10/04/2009, 00.00
SRI LANKA
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Esercito: civili in rivolta contro le Tigri tamil nella zona di sicurezza

di Melani Manel Perera
L’esercito di Colombo parla di “seri disordini, forti esplosioni e raffiche di mitragliatrice” nell’area di Ampalawanpokkanai. La popolazione si sarebbe sollevata contro i ribelli dopo l’ultimo appello dell’esercito che chiedeva al Ltte di permettere ai civili di abbandonare la no-fire-zone. Secondo il ministero della Difesa, nella zona avrebbero trovato riparo anche i capi delle Tigri.
Colombo (AsiaNews) - Rivolta dei civili nella zona di sicurezza. Il ministero della Difesa di Colombo afferma che nel pomeriggio di mercoledì si sono verificati scontri tra la popolazione rifugiata nella cosiddetta “no fire zone” (Nfz) ed i ribelli tamil presenti nell’area.
 
L’esercito di Colombo parla di “seri disordini” con rumori di “forti esplosioni e raffiche di mitragliatrice” provenienti dall’area di Ampalawanpokkanai. La rivolta si sarebbe scatenata dopo che i militari, tramite altoparlanti posizionati sul confine della Nfz, avevano intimato ai ribelli del  Liberation Tigers of Tamil Eelam (Ltte) di liberare i civili che tenevano ostaggio e di abbandonare le armi.
 
Secondo il ministero della Difesa i capi del Ltte e lo stesso loro leader Velupillai Prabakaran, avrebbero riparato nella zona di sicurezza. A conferma di questa ipotesi l’esercito riporta le dichiarazioni di un gruppo di 118 civili, composto da 51 bambini, 36 donne e 31 uomini tratti in salvo l’8 aprile. Essi affermano che i ribelli tamil avrebbero costruito all’interno della Nfz bunker per ospitare i comandi del Ltte e barriere per impedire ai civili di abbandonare l’area.
 
La popolazione intrappolata nella zona del conflitto e nella Nfz è oggetto di continue violenze e al centro di ripetute polemiche. Le forze regolari di Colombo accusano le Tigri tamil di usare i civili come scudi umani e di tenerli come ostaggi per frapporli all’avanzata dell’esercito; i ribelli rispondono accusando i militari di bombardare la zona senza fare distinzioni fra civili e guerriglieri.
 
La comunità internazionale ha più volte rivolto il suo appello alle due forze in conflitto chiedendo di risparmiare la popolazione civile e permettere ai rifugiati di abbandonare la zona di guerra. Ban Ki-Moon, segretario generale dell’Onu, ha ripetuto queste richieste al presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, durante una telefonata intercorsa tra i due nella giornata di ieri. Le Nazioni Unite parlano di una grave crisi umanitaria che sta colpendo le popolazioni del nord dell’isola, confermando l’allarme lanciato già da tempo dalle Chiese e dalla società civile del Paese.
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