Esercito in piazza a Kathmandu
Dopo gli scontri tra maoisti e polizia per le strade della capitale, il governo di unità nazionale schiera i militari per tentare di tenere sotto controllo la situazione.
Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) - Esercito in piazza a Kathmandu dopo gli scontri per le strade della capitale tra la polizia e manifestanti maoisti. È il nuovo capitolo della crisi istituzionale che sta colpendo il Nepal dopo le dimissioni del premier Pushpa Kamal Dahal, conosciuto anche con il nome di battaglia Prachanda.
Nella giornata di ieri un migliaio di sostenitori del premier hanno manifestato per le strade (nella foto), prendendo il controllo del traffico sino ad arrivare allo scontro frontale con la polizia: lanci di pietre dei manifestanti a cui le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni e cariche.
La decisione di ricorrere all’esercito è stata presa del governo di unità nazionale insediatosi dopo lo scontro tra il presidente Ram Baran Yadav ed il primo ministro. Dahal aveva licenziato con una decisione unilaterale il generale Rookmangud Katawal, capo del Nepal Army; il capo dello Stato lo ha reinsediato sconfessando la scelta del leader maoista. Il casus belli tra le due più alte cariche istituzionali del Paese è legato alla posizione del generale Katawal che si oppone al progetto di inserimento degli ex-ribelli maoisti tra le file dell’esercito regolare.
Ad arroventare il clima ha contribuito anche la diffusione, da parte di una tv locale, di immagini risalenti al gennaio 2008. In esse Prachanda arringa i suoi sostenitori ed i ribelli maoisti annunciando la presa del potere totale nel Paese. Il video precede di alcuni mesi le elezioni, le prime democratiche nella storia del Nepal, con cui i maoisti sono saliti al governo. Per l’opposizione e per i partiti della coalizione, che sostenevano il governo di Prachanda, le immagini documentano le mire totalitarie e le intenzioni anti-democratiche dei maoisti.
La comunità internazionale guarda con preoccupazione la situazione del Nepal. Per i commentatori il governo di unità nazionale avrà vita breve perché affidato a equilibri troppo labili. Il presidente Yadav confida nella leadership del Communist Party of Nepal (Unified Marxist-Leninist), il secondo partito del Paese, che dovrebbe sostituire quella dei maoisti dello Unified Communist Party of Nepalche può contare sul 40% dei parlamentari.
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