21/07/2009, 00.00
FILIPPINE
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Esercito filippino continua l’offensiva contro i ribelli del Milf. A pagare sono i civili

Nei teatri di guerra i militari occupano i villaggi. Migliaia gli abitanti in fuga dalle zone teatro di guerra. Grave la situazione nei campi profughi. Milf ancora disposto a una risoluzione pacifica del conflitto.

Manila (AsiaNews/Agenzie) – Nel Mindanao l’offensiva dell’esercito filippino contro i ribelli del Milf, sta obbligando popolazione e Ong ad abbandonare le aree teatro di guerra. Il 13 luglio, nelle sole municipalità di Lianga e San Augustin (Surigao del Sur) l’ingresso di due compagnie militari ha costretto all’evacuazione più di 1600 persone.

Testimoni affermano che la situazione è grave. L’occupazione della zona da parte dell’esercito ha interrotto fondamentali programmi di aiuto alla popolazione. Essi sono l’Alternative learning System for Agricoltural a Livehood develpment (ALCADEV) e il Tribal Filipino program of Surigao del Sur che da anni tentano di migliorare le condizioni di vita degli indigeni Lumad. Suor Lydia Lascano, direttrice del Tandag Social Action Center, racconta che i soldati hanno impedito a un insegnante dell’ALCADEV di portare quattro pacchi di riso per aiutare gli studenti bloccati nella scuola occupata dall’esercito.

La continua presenza dell’esercito nei villaggi ha costretto la popolazione a trasferirsi  nella città di Laianga, distante più di sette ore di cammino dalle proprie abitazioni, dove è stato improvvisato un centro di raccolta. Ciò è avvenuto nonostante gli appelli alla pace fatti nei giorni scorsi dal vescovo di Tandag, mons. Nereo P. Odchimar.

“Questa è la terza evacuazione in cinque anni” afferma suor Lydia. Essa continua dicendo che “la militarizzazione è un perenne problema in questa provincia. Quando i soldati entrano nelle comunità  e iniziano a perquisire le case, la popolazione si spaventa e fugge”.

In questo contesto che interessa di fatto tutta la regione del Mindanao, la situazione dei campi profughi è al limite.Warren Adhulmagnid, profugo di Barangay (Maguindanao) racconta che “la vita all’interno dei campi è difficile. Non possiamo fare nulla. Abbiamo paura che i militari ci accusino di collaborare con i ribelli. Il governo ci ha promesso aiuto e cibo, ma per ora sono promesse dimenticate”.

In merito a ciò Padre Eduardo Vasquez, parroco della chiesa di Santa Teresita a Datu Piang spiega che “nei campi la gente non ha nulla da mangiare a causa del blocco degli aiuti imposto dai militari”. Egli aggiunge che le donazioni e l’assistenza fornita dalle Ong non sono sufficienti a soddisfare il numero dei profughi, che aumenta ogni giorno.

Allo stato attuale sono più di 37mila i rifugiati nei centri situati nella provincia di Maguindanao. Il rapporto pubblicato nel 2009 dal Norwegian Refugee Council definisce le Filippine come il Paese con il maggior numero di rifugiati al Mondo. Più di 600mila persone sono state costrette negli anni ha trasferirsi all’interno dei centri di raccolta. 

In questa drammatica situazione continuano gli sforzi per il raggiungimento di un accordo di pace tra il governo filippino e ribelli islamici. Da parte sua il Milf afferma attraverso il suo portavoce Eid Kabalu che “il gruppo è ancora disposto a tenere aperta la strada del dialogo. Noi non vogliamo certamente negare  la possibilità che la pace sia ancora la soluzione migliore al secolare problema dei musulmani di Mindanao”.

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