16/01/2008, 00.00
FILIPPINE
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Esce dal carcere l’assassino di p. Favali, mons. Valles invita al perdono

Nel 1985 Norberto Manero Jr uccise p. Tullio Favali, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere. Oggi, dopo 22 anni di carcere, torna in libertà. Nel 2005 si è impegnato con il Pime e con l’arcivescovo di Zamboanga a divenire strumento di pace.
Manila (AsiaNews) – Norberto Manero Jr, responsabile dell’omicidio di p. Tullio Favali, “ha scontato una lunga pena, ed è giusto che gli venga data la possibilità di dimostrare il suo cambiamento. Rimane il dolore per la morte di un sacerdote, un uomo giusto, ma questo non deve impedire la strada al perdono”. E’ il commento rilasciato ad AsiaNews da mons. Romulo Valles, arcivescovo di Zamboanga, sul rilascio del killer che nel 1985 uccise con due colpi di fucile il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime).
 
Manero esce oggi dal carcere dopo aver scontato 22 anni di reclusione. L’uomo, che afferma di essersi profondamente pentito per quello che ha fatto, dichiara di voler dedicare il resto della sua vita nel servizio ai poveri. La sua scarcerazione è stata ordinata dal governo grazie anche ad un accordo siglato nel 2005 dall’omicida davanti a p. Peter Geremia – confratello di p. Favali, entrambi missionari del Pime – ed all’allora vescovo di Kidapawan, mons. Valles.
 
Il presule ricorda che “proprio quell’accordo ha cambiato le possibilità di scarcerazione per Manero. Non ricordo i moltissimi impegni specifici che si è impegnato ad osservare, tranne in particolare uno: non si sarebbe mai più fatto coinvolgere nelle violenze della parte sud del Paese, e non avrebbe fatto mai più ricorso alla violenza”.
 
Questo particolare ha un peso specifico se inquadrato nel contesto della diocesi di Kidapawan, che si trova nella parte meridionale dell'isola di Mindanao. Essa comprende nove città della provincia di Cotabato, due di Maguindanao ed una di Sultan Kudarat, e copre un'area totale di 1.199 chilometri quadrati, con una popolazione di 670 mila abitanti.
 
Il 78 % di questi è cattolico, mentre il 20 % è di fede musulmana: qui è scoppiato, nei primi anni '70, un sanguinoso conflitto fra le due comunità che ha provocato un numero imprecisato di morti. La zona è tesa anche per la “guerra delle terre”, una battaglia fra bande paramilitari - a volte appoggiate dall'esercito regolare - che in nome della “guerra al comunismo” uccide in maniera indistinta chiunque aiuti i poveri e gli indifesi. Fra le vittime di questa guerra vi è proprio p. Tullio Favali, ucciso l'11 aprile del 1985 a Tulunan.
 
La situazione dei cattolici nel sud delle Filippine, riprende mons. Valles, “è diversa: vi sono zone come Ipil e Jolo, dove venne rapito p. Bossi e dove è stato ucciso ieri p. Roda, dove è veramente arduo portare il Vangelo, sia per la presenza delle frange estremiste musulmane sia per le violenze etniche e politiche che squassano ogni giorno la zona. Altri punti, come Zamboanga, sono più tranquilli: da qui cerchiamo di portare conforto a chi opera nelle zone a rischio”.
 
P. Favali è nato a Sacchetta di Sustinente (Mantova) il 10 Dicembre 1946. Entra in seminario nel 1957, dove intraprende gli studi normali della scuola media inferiore e superiore, proseguendo in teologia al terzo anno. Nel 1970, in pieno tumulto post-Conciliare, decide di uscire dal seminario diocesano per verificare meglio la sua vocazione. Dopo un lungo percorso personale, nel 1978 sente il richiamo alla vita sacerdotale e, dopo un periodo di prova nella casa di formazione dei padri del Pime di Busto Arsizio, entra nel seminario del Pime a Monza, riprendendo gli studi teologici dall’inizio. Viene consacrato sacerdote il 6 giugno 1981, nella parrocchia di Cristo Re a Monza e chiede di partire subito per le missioni: la prima destinazione è la nuova casa del Pime in Papua Nuova Guinea, ma prima deve recarsi a Chicago per perfezionare l’inglese.A causa di difficoltà politiche, p. Favali non riesce ad ottenere in tempi brevi il visto per entrare in Papua Nuova Guinea: i superiori dell’Istituto lo destinano allora prima all’animazione missionaria in Italia presso il Seminario del Pime per i liceali a Sotto il Monte (BG), e poi alle Filippine. Dopo un periodo di studio della lingua, il 12 giugno 1984 fa il suo ingresso “in sordina” (come amava dire lui) nella parrocchia di Tulunan (quaranta villaggi nell’isola di Mindanao), nell’estremo sud delle Filippine, a dieci gradi sud dall’Equatore. Accanto a lui, come parroco, trova p. Peter Geremia, trevigiano, da molti anni nelle Filippine e molto conosciuto. Il 23 febbraio 1985 diviene parroco di Tulunan al posto di p. Peter ma, dopo soltanto un anno e mezzo di vita in missione, presso il villaggio de La Esperanza di Tulunan, viene brutalmente ucciso dalla banda guidata da Manero, che lo accusa di simpatie comuniste.
 
Per maggiori informazioni sulla vita di p. Favali, clicca qui.
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