Entusiasmo e scetticismo per la rinuncia coreana al nucleare
Seoul (AsiaNews) - Il mondo si divide tra "apprezzamenti" e sospetti per l'annuncio nordcoreano del blocco delle sue attività nucleari. Intanto "la Corea del Sud deve aspettare e valutare tutto con molta calma. Storicamente, ogni impennata militaristica di Pyongyang ha colpito noi: non possiamo permetterci passi falsi". È quanto dice ad AsiaNews una fonte del governo di Seoul, anonima per motivi di sicurezza.
Il regime della Corea del Nord ha annunciato ieri di voler attuare la moratoria ai test nucleari, al lancio di missili a lungo raggio e alle attività d'arricchimento dell'uranio in cambio di aiuti alimentari dagli Usa: l'accordo, annunciato da Washington e Pyongyang, ha risollevato le speranze per la ripresa del Negoziato a sei sul disarmo nucleare - cui partecipano le due Coree, Usa, Cina, Giappone e Russia - in stallo da dicembre del 2008.
Il ministero degli esteri cinese ha espresso oggi in un comunicato la sua soddisfazione per la decisione della Corea. La Cina, afferma un comunicato diffuso dal sito web del ministero, "si congratula per il miglioramento delle relazioni tra la Corea del Nord e gli Stati Uniti e per il loro contributo al mantenimento della pace nella penisola coreana".
Anche la Russia ha accolto in maniera favorevole la decisione di Pyongyang. Un comunicato del ministero degli Esteri di Mosca recita: "Accogliamo con favore la decisione della Corea del Nord di imporre una moratoria sui test di armi nucleari, sul lancio di missili balistici a lungo raggio, e l'arricchimento dell'uranio". Nei quattro anno di stallo ai negoziati Russia e Cina hanno fatto pressioni sulla Corea del Nord per tornare al tavolo, mentre Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud hanno sottolineato che Pyongyang deve prima dimostrare di fare sul serio nel voler abbandonare il suo programma nucleare.
"L'entusiasmo di questi Paesi - sottolinea la fonte di AsiaNews - è senza dubbio sincero. Ma loro sanno bene, come sappiamo noi, che hanno a che fare con un governo instabile e una società di tipo militare. Non siamo pronti a riprendere l'invio di aiuti umanitari e tanto meno a ripartire con una politica del disgelo: dobbiamo avere prove certe della volontà nordcoreana".
Allo scetticismo coreano si aggiunge anche quello giapponese. Tokyo infatti valuta "prematura" l'ipotesi di riavvio del negoziato. "Se mi si chiede se siamo nella situazione in cui convocare subito i colloqui, direi di no" ha detto il ministro degli Esteri Koichiro Gemba, malgrado un contesto in fase di "miglioramento graduale". "È estremamente importante - ha concluso - che Pyongyang adotti prima misure concrete verificabili".