Energie rinnovabili: la nuova 'arma' di Pechino nel Mar Cinese Meridionale
Un istituto di ricerca statale di Guangzhou sta lavorando a centrali integrate offshore basate sullo sfruttamento combinato del moto ondoso, del vento e del sole per rendere autosufficienti comunità fino a 1000 persone. Obiettivo: rafforzare la presenza sulle isole artificiali create dalla Repubblica popolare cinese nell'area marittima contesa con gli altri Paesi del Sud-est asiatico per avallare le proprie rivendicazioni.
Pechino (AsiaNews) - Nel confronto sempre più aperto intorno alle aree contese del Mar Cinese Meridionale, la Cina si starebbe preparando a mobilitare anche una delle sue armi migliori in questo momento: il primato acquisito nei sistemi per la produzione di energie rinnovabili. Starebbe infatti lavorando per dare vita a impianti su larga scala in grado di alimentare insediamenti o presidi militari anche in alto mare. Utilissimi, cioè, entro il perimetro della cosiddetta Linea dei nove tratti, il “confine” tracciato unilateralmente da Pechino e contestato da Filippine, Vietnam, Indonesia, Malaysia e Brunei, che rivendicano la violazione della propria sovranità su zone che sono molto importanti sia dal punto di vista dello sfruttamento economico sia per questioni strategiche.
Il South China Morning Post riferisce oggi che il Guangzhou Institute of Energy Conversion (GIEC) - un organismo che fa parte dell'Accademia Cinese delle Scienze - sta studiando la fattibilità di sistemi integrati di fonti energetiche basate sul moto ondoso, sulle pale eoliche e sui pannelli solari per soddisfare le esigenze quotidiane degli utenti e sostenere lo sviluppo nelle acque contese. “Questa iniziativa – spiega Wang Zhenpeng, professore associato e membro del team GEIC - si basa sui precedenti sforzi nel campo dei dispositivi per la generazione di energia dal moto ondoso, importanti per affrontare le carenze energetiche durante il processo di sviluppo delle isole remote”.
Il team non specifica a quali avamposti del Mar Cinese Meridionale sia destinato il progetto, ma è noto che nell'ultimo decennio la Cina ha trasformato piccoli atolli in vere e proprie isole artificiali, soprattutto nell’arcipelago delle Spratly e in quello di Paracel. Ma servizi essenziali come l'elettricità, le comunicazioni e l'acqua dolce scarseggiano in molti di questi avamposti, dove i generatori diesel rappresenta una sfida logistica e ambientale. Per fare un esempio: le Filippine per tenere presidiati i loro avamposti in questo mare sono costrette a organizzare missioni navali di rifornimento che spesso diventano occasioni di tensione con la Guardia costiera cinese.
Anche l'energia solare e quella eolica da sole non rappresentano una soluzione completa, perché non sono in grado di produrre energia in ogni situazione. “L'energia del moto ondoso invece - sostiene il prof. Wang - può essere ottenuta durante tutto l'anno, senza essere influenzata dal giorno, dalla notte o dalla copertura nuvolosa: è una fonte costante e stabile”.
Uno dei sistemi sviluppati dal GIEC è il generatore di energia Nankun, installato nel giugno dello scorso anno nella città meridionale di Zhuhai nella provincia del Guandong, che secondo le stime dell'istituto sarebbe in grado di garantire il fabbisogno una comunità di 1.000 persone. Una magnitudo tale da rendere ipoteticamente possibile anche la presenza di vere e proprie cittadine sulle nuove isole artificiali.
“La tecnologia cinese di raccolta dell'energia delle onde ha raggiunto un livello di leadership internazionale”, rivendica Chen Yong, membro dell'Accademia cinese di ingegneria. I ricercatori del GIEC hanno anche già utilizzato l'energia delle onde per alimentare progetti di acquacoltura con la piattaforma Penghu, in grado di immergersi durante i tifoni per evitare danni. Wang ha dichiarato che l'istituto ha già ricevuto ordini per 20 piattaforme di questo tipo da cinque province. Il programma ora è quello di perfezionarne l'integrazione nelle piattaforme offshore, includendo anche l'energia eolica e solare e l'accumulo di energia, per migliorare l'approvvigionamento energetico delle isole nel Mar Cinese Meridionale.
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