Enciclica: “uno strumento per comprendere il reale significato dello sviluppo umano”
Manila (AsiaNews) – “Lo sviluppo è una condizione essenziale per la pace ma ciò di cui si ha bisogno oggi è la condivisione dei beni e la solidarietà fra le persone”. Con queste parole padre Bernardo O. Diaz, docente di religione all'Adamson University di Manila, commenta ad AsiaNews i contenuti della nuova enciclica del Pontefice “Caritas in Veritate”. In un Paese in via di sviluppo come le Filippine, una sbagliata crescita economica, è spesso causa di povertà, criminalità, corruzione, conflitti. Padre Diaz afferma che in questo contesto l’enciclica diviene uno “strumento fondamentale per comprendere il reale significato dello sviluppo umano”.
Nel suo documento Benedetto XVI dice che lo sviluppo “se vuole essere autenticamente umano”, deve “fare spazio al principio di gratuità” e “perseguire il raggiungimento del bene comune”. In merito a ciò padre Diaz porta come esempio concreto la fondazione Bukas Palad (Mani aperte), legata al movimento focolare. Essa opera attraverso il motto “ Liberamente noi riceviamo liberamente noi diamo” e fornisce un aiuto concreto ai poveri, nelle aree più degradate del Paese. Ispirandosi all’”Economia della Comunione”, teoria del movimento Focolare nata negli anni 60’, la Bukas Palad tenta di costruire un’alternativa all’utilizzo senza moderazione dell’ideologia capitalista.
In merito a ciò Jhonatan P. Reginales, insegnante di sociologia presso l’Università di Manila, afferma che “a causa di un’eccessiva enfasi del ruolo del mercato e dei suoi strumenti quali: la competizione e contratti schematici, la vita diviene priva di valori come il dono e la reciprocità nell’aiuto”. Per questa motivazione i contenuti dell’enciclica “danno alla popolazione speranza e una linea da seguire in termini di problematiche sociali e sviluppo”.
Antonio L. Maisong, professore di dottrina sociale della Chiesa all'Università S. Tommaso d’Aquino di Manila, si sofferma invece sull’utilità dell’enciclica per lo Stato filippino. Infatti “un utilizzo appropriato dell’enciclica porterebbe a una rivalutazione del ruolo dello Stato e ad una sua partecipazione attiva ai problemi della società”. Egli aggiunge che un Paese dove il tasso di povertà supera il 15% , l’attenzione ai poveri proclamata dal Potenfice è fondamentale. Il professor Maisong conclude dicendo che “ le autorità devono considerare i poveri una risorsa e non un peso”.