Elezioni: vescovi, mai viste tanta violenza e corruzione

di Santosh Digal

Continuano le violenze di matrice politica in tutto il Paese, mentre si procede allo spoglio delle schede. Vescovi accusano la mancanza di moralità dei politici ed avvertono: in queste elezioni, abbiamo perso tutti.

Manila (AsiaNews) – Una bomba killer a Cotabato, omicidi politici e violenze sparse per tutta la nazione: i vescovi filippini esprimono “preoccupazione” per come sta procedendo la consultazione elettorale nel Paese. Il vescovo di Bataan, mons. Socrates Villegas, dice ad AsiaNews: “Sono disgustato dalla violenza e dalla compravendita di voti a cui stiamo assistendo. La popolazione non vota secondo coscienza, ma secondo il flusso di denaro che riesce ad ottenere dai candidati”. Questo comportamento, aggiunge, “porta in sé la sua stessa punizione. Chi ha violato l’integrità del proprio voto si accorgerà presto che sarà proprio il suo deputato a fargli pagare questo atteggiamento”.

La chiamata alle urne è avvenuta il 14 maggio: in ballo, metà dei seggi del Senato e quelli dell’amministrazione locale. Sin dall’inizio del mese, però, il Paese è stato segnato da efferate violenze di matrice politica: secondo gli ultimi dati, più di 140 persone sono morte nel corso di questi scontri.

Queste elezioni, sottolinea mons. Villegas, “sono le peggiori a cui io abbia mai assistito: chi vince o chi perde è irrilevante, dato che tutti hanno sbagliato. Cosa è accaduto a questo luogo? Io personalmente piango la morte della nostra società”. Pur condividendo la visione del suo confratello nell’episcopato, l’arcivescovo di Pampanga mons. Paciano Aniceto si è appellato alla calma: “Chiediamo a tutti di rimanere vigili e pacifici. Vogliamo proteggere i candidati ed i votanti: non cavalchiamo le emozioni, ma preghiamo”.

Per mons. Oscar Cruz, arcivescovo di Lingayen-Dagupan, il problema “non è nella politica, ma nella mancanza di moralità dei politici. Il sistema funziona, è la gente che lo tiene in piedi che, al contempo, lo distrugge”.