Elezioni presidenziali, il riformista Rohani verso la vittoria
Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Nonostante le previsioni delle ultime settimane, il candidato riformista alle elezioni presidenziali in Iran Hassan Rohani è in netto vantaggio rispetto ai candidati conservatori. Lo spoglio dei voti è in corso da questa notte: con oltre il 20% delle schede scrutinate, Rohani raggiunge e supera la soglia del 50%. Qualora questi dati fossero confermati non ci sarebbe dunque bisogno di andare al ballottaggio.
Al momento Rohani - che ha promesso di recuperare i rapporti dell'Iran con la comunità internazionale e di aprire a politiche interne più morbide - ha in tasca oltre 3,2 milioni di voti sui 6,3 milioni di schede valide scrutinate. Dietro di lui c'è il sindaco ultraconservatore di Teheran, Mohammad Baqer Qalibaf, che ha ottenuto poco più di un milione di voti. Al terzo posto un "falco", l'attuale capo negoziatore sul nucleare Said Jalili, con 868mila schede.
Se si confermasse il risultato, Rohani - che è sostenuto dagli ex presidenti riformisti, Akbar Hashemi Rafsanjani e Mohammad Khatami - avrebbe ottenuto un netto trionfo mobilitando un elettorato ancora deluso dalla forte repressione delle proteste e dalle denunce di brogli dopo le presidenziali del 2009.
Rohani, 64 anni, guidò il negoziato sul controverso programma nucleare dell'Iran sotto la presidenza di Khatami e durante il suo mandato la Repubblica Islamica accettò di sospendere l'arricchimento dell'uranio, che fu poi ripreso quando Mahmoud Ahmadinejad divenne presidente per la prima volta, nel 2005.
La Guida Suprema della Rivoluzione, Ali Khamenei, ha commentato su Twitter: "Un voto per chiunque di questi candidati è un voto per la Repubblica Islamica e un voto di fiducia nel sistema". L'ayatollah, che ha un potere assoluto nel regime teocratico sciita, non si è espresso a favore di nessun candidato.