Elezioni israeliane: un testa a testa fra Netanyahu e la sinistra
Gerusalemme (AsiaNews) - Benjamin Netanyahu ha già proclamato vittoria e si è detto disponibile a fare un governo "il più largo possibile", ma diversi analisti bollano la sua come "una vittoria di Pirro". In effetti, basandosi sugli exit poll a scrutinio dei voti quasi completo, questa mattina al Likud-Yisrael Beiteinu, la coalizione di Netanyahu-Lieberman, si attribuivano 31 seggi: esso rimarrebbe il blocco più numeroso, ma perderebbe 11 seggi rispetto alle elezioni del 2009, quando insieme ne avevano 42.
Alle 4 di stamattina, sempre con gli exit poll, al Likud-Yisrael Beiteinu spetterebbero 31 seggi; allo Yesh Atid 19; Labor 15; Shas 11; Habayit Hayehudi 11; United Torah Judaism 7; Hatnuah 6; Meretz 6; United Arab List-Ta'al 5; Balad 3; Kadima lotta per avere almeno 2 seggi.
Basandosi su questi risultati, destra e sinistra si combattono per uno o due voti, per superarsi 61 a 59 in una Knesset di 120 seggi.
I risultati finali saranno pronti il 30 gennaio, per contare anche i voti dei soldati, di pazienti, dottori, infermieri negli ospedali; personale che lavora all'estero; ecc.. Ma già fin d'ora si intravvedono le difficoltà per un mandato a Netanyahu, che dovrebbe essere deciso dal presidente Shimon Peres.
Fra le sorprese di queste elezioni, vi sono i probabili 11 seggi all' Habayit Hayehudi di Naftali Bennett, di estrema destra; e - ancora più grande sorpresa per gli osservatori - i 19 seggi per Yesh Atid di Yair Lapid (v. foto), una formazione di centro.
Nei media israeliani, gli analisti spiegano questa vittoria con due motivi: il primo è il carattere vecchio della proposta di Netanyahu, che invece di presentare se stesso come leader sensibile e benevolo di tutti gli israeliani, ha dato di sé l'immagine di leader dell'ultra-destra religiosa, sostenitore degli insediamenti illegali, pronto alla guerra con l'Iran.
Il secondo motivo, più positivo, è lo stile nuovo di Lapid, basato su internet e tivu, che ha trovato sostegno nella classe media, fra i laici, promettendo nuove case, servizio militare anche per gli studenti ultra-ortodossi, attenzione al sistema educativo. Il problema - affermano gli analisti - è che il nuovo astro nascente non sa nulla di politica e rischia di essere risucchiato da uno o dall'altro degli schieramenti.
Per ora, Netanyahu ha fatto alcune dichiarazioni ribadendo che il pericolo nucleare iraniano rimane la primissima sfida per il suo governo. Lapid ha invece dichiarato che non si unirà a Netanyahu, a meno che egli non si impegni per la pace coi palestinesi. Ma prima delle elezioni aveva espresso la sua disponibilità ad accettare un importante ministero nel governo di Netanyahu. In tal modo egli è forse il grande elettore di queste elezioni, mentre Natayahu e il Kadima sono i grandi perdenti.
Un fatto da notare è che in queste elezioni non è quasi mai parlato del processo di pace con i palestinesi e ci si è concentrati su problemi socioeconomici interni. Dal punto di vista finanziario e macro-economico, Israele appare in buona forma, con una crescita del 3,3 del Pil nel 2012 e una disoccupazione del 6,8%. Ma la popolazione sente l'aumento dei prezzi delle case (+5,7%); del cibo (+4%); dell'elettricità (+9%). Secondo dati diffusi in questi giorni, un israeliano su quattro vive in povertà.
21/07/2018 10:32