Elezioni israeliane: pioggia, incertezza e timori dei palestinesi
Gerusaleme (Asianews/Agenzie) – Da stamane alle 7 e fino alle 22 di stasera, i circa 5 milioni di israeliani sono invitati a votare per un nuovo governo, in un clima politico incerto e sotto una pioggia battente. Subito dopo mezzogiorno aveva votato circa il 23,5%, il 3% in più delle precedenti elezioni generali. I leader politici sono andati a votare nelle rispettive circoscrizioni, invitando per l’ultima volta gli elettori a recarsi alle urne, vincendo il cattivo tempo e promettendo ognuno la sicura vittoria. Secondo le inchieste di questi giorni, almeno il 20% degli israeliani rimane indeciso sul voto e sul suo valore. Il problema della sicurezza e del conflitto con i palestinesi è stato al centro del dibattito politico, senza affrontare altri temi sociali quali la povertà e la crisi economica. Da questo punto di vista, i partiti favoriti sono quello di Avodgor Liebermann (Yisrael Beiteinu) e l’ultraortodosso Shas. Per poter guadagnare voti, anche il Kadima e il Labor, partiti più dialogici con i palestinesi e impegnati nel processo di pace, hanno messo dei distinguo. La Livni, ad esempio, si è distaccata dalle idee del suo predecessore, Ehud Olmert, sul ritiro di centinaia di colonie dai Territori occupati, dando ai palestinesi responsabilità su alcune zone di Gerusalemme.
Binjamin Netanyahu, leader del Likud, il più probabile vincitore per adesso, si mostra aperto a una coalizione di governo con gli altri partiti laici, ma tutti sanno che finirà per allearsi ai partiti ultra-ortodossi.
Pubblicamente l’Autorità palestinese non ha espresso alcuna preferenza, ma essa spera che il processo di pace possa continuare, date anche le promesse da parte americana dopo l’elezione di Barack Obama. “Non so chi vincerà le elezioni – ha detto il presidente Mahmoud Abbas – ma noi coopereremo con qualunque governo israeliano emerga da queste elezioni, sulla base degli accordi bilaterali e le risoluzioni internazionali adottate fino ad ora.
Ma in privato tutti i palestinesi sono preoccupati dell’evidente rafforzamento della destra israeliana, per nulla dialogica, che rischia a sua volta di rafforzare Hamas nello scontro con Tel Aviv.