20/02/2015, 00.00
ISRAELE
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Elezioni in Israele: Netanyahu "super-imbottigliato"

di Uri Avnery
Un Israele stanco si reca alle urne in marzo. Si discute solo degli scandali nella vita del premier, legati al tenore di vita spensierata e alla pretesa avidità della signor Netanyahu. Il vuoto degli oppositori di "Bibi". Un'analisi magistrale e ironica del grande pacifista israeliano.

Tel Aviv (AsiaNews) - Tutti sanno cosa sono le elezioni israeliane. La scelta è dura: da una parte, il sogno di un Grande Israele "dal mare al fiume", che in pratica sarebbe uno stato segregato; dall'altra, la fine dell'occupazione e la pace.

Qualcuno potrebbe aggiungere una scelta sociale: da un lato, l'attuale stato neoliberale con la più feroce disuguaglianza del mondo industrializzato; dall'altro, uno stato social-democratico di solidarietà sociale.

Quindi il Paese è ricoperto di manifesti sulla guerra e sulla pace, sull'occupazione e gli insediamenti, sui salari e sul costo della vita? I programmi televisivi sono pieni di questi argomenti? Essi occupano le prime pagine dei giornali? Niente di più lontano. A cinque settimane dalle elezioni tutti questi temi sono scomparsi. La guerra, la pace, la giustizia sociale - hanno sollevato appena uno sbadiglio collettivo. Ci sono questioni molto più interessanti che elettrizzano l'opinione pubblica.

Le bottiglie, per esempio. Bottiglie, per amor di Dio? Elezioni sulle bottiglie? Sì certo. Bottiglie.

L'intero Paese è preoccupato per quello che Sherlock Holmes avrebbe chiamato il Mistero delle Bottiglie.

Israele è una società ambientalista. Si sente minacciato dalle bottiglie di plastica e vetro che vengono scartate. Quindi ha approvato una legge che obbliga i supermercati e gli altri negozi al dettaglio a dare una piccola somma - pochi centesimi - circa 13 per una bottiglia di plastica e 30 per quella di vino - in cambio delle bottiglie che vengono riconsegnate vuote. Molte persone, come me, non se ne preoccupano.

Ma piccole somme possono diventare grandi somme. Molti anziani poveri guadagnano qualcosa per vivere raccogliendo le bottiglie vuote dai cassonetti dell'immondizia nelle strade, soprattutto al servizio del crimine organizzato.

Tutte le bottiglie riportate vengono riciclate. L'ambiente è salvo. Tutti sono soddisfatti. Ma come mai questo è diventato un tema elettorale "caldo", scalzando fuori dall'agenda nazionale tutto il resto?

Entriamo nella famiglia del premier: Benjamin Netanyahu, la moglie Sarah e i due figli adulti.

La famiglia è alloggiata a spese dello Stato nella residenza ufficiale del primo ministro al centro di Gerusalemme. La famiglia possiede inoltre due abitazioni private - un appartamento nel quartiere benestante di Gerusalemme e una sontuosa villa a Cesarea, nel quartiere dei ricconi.

Per legge, tutte queste residenze sono mantenute dallo Stato. L'erario pubblico paga tutte le spese quotidiane, come il cibo e le bevande, così come lo staff di uomini (e donne) che vi lavora.

Fin dall'inizio del mandato di Netanyahu, abbondano notizie e pettegolezzi sulla conduzione delle tre residenze. Sembra che Sarah Netanyahu, l'aspirante regina, sia una persona difficile da trattare, soprattutto per il personale domestico. Molti di loro l'hanno citata in giudizio per maltrattamenti. Il ricambio di persone è frequente. Il personale licenziato si lamenta.

Casa Netanyahu riempita di bottiglie

Una rivelazione è che Sarah'le (come tutti la chiamano, non sempre per amore) ha spostato i mobili del  giardino dalla residenza del governo alla sua villa privata. Un'altra è che il capo dei domestici è stato svegliato nel cuore della notte a casa sua con l'ordine di portare subito una zuppa bollente nella camera da letto della padrona. Sembra che lei spesso urli contro lo staff per piccole dimenticanze. Tutti questi episodi sono stati portati davanti alle corti giudiziarie, con grande diletto per il pubblico.

Per esempio, è diventato di pubblico dominio che la residenza del primo ministro ha ordinato migliaia di dollari di gelato durante l'anno. Sempre pistacchio.

Le proteste sull'amore per il lusso del primo ministro non sono nuove. Per anni, il Procuratore generale ha condotto inchieste sui "Bibitour", cioè l'abitudine di Netanyahu e della sua famiglia di viaggiare in prima classe e soggiornare in hotel di lusso in tutto il mondo senza pagare uno shekel - tutto a spese di miliardari stranieri. Fin da quando era ministro delle finanze a suo tempo, questo era illegale.

E ora arrivano le bottiglie. Un impiegato licenziato ha rivelato ai media che Sarah'le manda di consueto due impiegati del governo con una macchina ufficiale ad una stazione di raccolta delle bottiglie per riconsegnare le bottiglie vuote e avere in cambio la ricompensa. Invece di restituire il denaro al governo, come la legge richiede, lei se lo intasca per uso privato.

Grande problema? Così sembra. Quando li prendeva all'inizio, la famiglia restituiva al governo 4.000 shekel, circa 1.000 euro. Ora sembra che la somma sia molto più elevata e che Sarah abbia continuato con tale abitudine. Questo potrebbe essere un reato. Il Procuratore generale e l'Ispettore di Stato, entrambi nominati da Netanyahu, si scaricano la questione a vicenda. Ora potrebbero essere obbligati a fare qualcosa prima delle elezioni.

Quante bottiglie? È stato rivelato che la famiglia consuma una media di una bottiglia al giorno di costoso vino. In una nazione come Israele dove molte persone non bevono alcool per niente, è un po' tanto. Intervistato sulla questione, l'avvocato della famiglia ha stupito il Paese affermando in televisione che "il vino non è alcool".

L'idea che il nostro primo ministro potrebbe essere ubriaco quando decisioni cruciali devono essere prese all'istante - ordinare un'azione militare, per esempio - non è molto allettante.

Una espressione Yiddish emerge nella mia mente distorta. Molto prima che Alois Alzheimer, il medico tedesco, scoprisse 100 anni fa la malattia che porta il suo nome, i sintomi descritti da lui erano chiamati in Yiddish "over bottle". Questa espressione deriva dall'ebraico "over battel" - nullafacente, inutile vecchio bacucco. Riguardo quello che si potrebbe dire adesso sui Netanyahu, in senso più letterale, è che sono sovra-imbottigliati.

Da settimane questo è l'argomento più popolare in Israele.

I detrattori di Bibi, di cui il Paese abbonda, sono contenti. Questo di certo danneggerà Netanyahu e il Likud in modo serio. Non è così?

Il "Gruppo Sionista" dei Laburisti

Per ora, non del tutto. Al contrario, dopo diversi giorni durante i quali il "Gruppo Sionista" (cioè il Partito Laburista) ha superato il Likud nei sondaggi per uno o due seggi, il Likud ha recuperato ed è al comando con due o tre seggi.  Nessun genio laburista è emerso dalle bottiglie.

Il Paese è divertito. Le bottiglie hanno fornito materiale per una quantità enorme di gossip, vignette e satira, ma non hanno modificato l'orientamento politico dei votanti.

E, di sicuro, qualcosa è andato storto nel "Gruppo Sionista".

In termini militari, quando un generale riesce a rompere le linee del nemico, l'ultima cosa da fare è fermarsi e congratularsi con se stesso. Egli deve impiegare tutte le sue forze nell'assalto e conquistare la retroguardia dell'avversario.

Yitzhak Herzog non è un generale e non ha imparato questa lezione.

Egli ha iniziato la sua campagna elettorale abbastanza bene. Il suo matrimonio politico con Tzipi Livni è stato un colpo da maestro. Livni non portava una dote - il suo partito era più virtuale che reale. Ma l'unione ha creato un senso di novità, di movimento, di occasione. Ancora di più quando Herzog ha stabilito una alternanza tra lui e Livni se egli diventa primo ministro - un gesto che è stato percepito come un generoso atto di modestia e altruismo, insolito per un politico in Israele (o ovunque, credo). Di solito i politici sono egocentrici.

I risultati sono stati immediati. Il partito laburista, quasi moribondo fino ad allora, è resuscitato nei sondaggi. Ha superato il Likud. All'improvviso le persone potevano immaginare la sconfitta della destra. Herzog, una persona senza pretese e piccolo di statura, all'improvviso è apparso come un possibile candidato per la leadership.

E qui si è fermato. Qualcosa è accaduto nel nuovo gruppo: niente. Nelle elezioni primarie interne è emersa un'impressionante lista di candidati, una lista di persone nuove, innovative, competenti, che era molto più affascinante delle liste di tutti gli altri partiti.

Ma questo è quanto. Il partito è rimasto tranquillo. Non ha reagito agli sfacciati atti di provocazione di Netanyahu sul confine settentrionale. Non ha proposto idee nuove e rivoluzionarie, non ha iniziato una reale campagna di propaganda. Fino ad ora la campagna del partito è come lo stesso Herzog: senza pretese, discreta e calma. Molto calma.

Il Likud, a differenza, è incontrollato. Loro lanciano ogni briciolo di sporcizia che si posa sulle loro mani. Loro sono striduli, senza scrupoli e volgari.

Forze anti-Netanyahu?

Ma la cosa più importante è che non c'è una seconda occasione. Io ho proposto invano, in due articoli su Haaretz, una lista elettorale comune di tutti i partiti di centro e della sinistra, per dare l'impressione che tutte le forze anti-Netanyahu fossero unite per porre fine alla dominazione del Likud e costruire una nuova maggioranza di governo, con una nuova agenda.

L'idea non ha suscitato reazioni. Herzog non voleva Meretz, per paura che la sua lista potesse essere contaminata dai comunisti. Non era nemmeno pronto a corteggiare il partito di centro di Yair Lapid. (La mia proposta era di includere entrambi, così per l'immaginario collettivo si sarebbero bilanciati a vicenda.) Herzog a quanto pare non credeva, come me, che una nuova grande alleanza avrebbe creato entusiasmo e destato il pubblico della sinistra dalla sua fatale apatia.

L'egocentrismo di Lapid gli ha impedito di promuovere una tale unione, nella quale lui non sarebbe stato il Numero Uno, nonostante i sondaggi prevedevano che il suo partito si sarebbe ridotto della metà rispetto alla sua potenza iniziale. Meretz non era pronto ad abbandonare il suo profondo isolamento, più un'associazione culturale che una forza politica. I professori esperti, privi di qualsiasi intuizione politica, di cui la sinistra abbonda, l'hanno sconsigliata in modo ostinato.

Quando è arrivato ed è passato l'ultimo giorno per presentare le liste elettorali, io ero triste. Non arrabbiato, solo triste. Sentivo nelle mie ossa che l'unica opportunità di vincere la dominazione dell'ala destra, con tutto ciò che comporta per il futuro di Israele, era stata persa.

Può ancora succedere. Il pubblico potrebbe decidere che quando è troppo è troppo. Ma le probabilità sono molto diminuite.

Un mio amico, che ha una mente cospirativa, ha suggerito che l'intero affare della bottiglia è stato in realtà un piano dello stesso Netanyahu per tenere l'opinione pubblica lontano dai disastrosi problemi che Israele deve affrontare, per i quali lui non ha soluzione.

Nel bene o nel male, le bottiglie hanno concentrato l'attenzione pubblica su di lui. Le sue immagini riempiono gli schermi televisivi, il suo nome compare nelle notizie. Herzog, senza le bottiglie o il gelato al pistacchio, rimane sullo sfondo in modo discreto. Persino Tzipi non può competere con la personalità esuberante di Sarah'le. Quelli di noi che temono che Netanyahu possa provocare una guerra alla vigilia delle elezioni, potrebbero dire: meglio le bottiglie che le battaglie.

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