21/04/2023, 12.51
M. ORIENTE - ISLAM
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Eid: l’islam festeggia la fine del digiuno, ricordando vittime di guerre e terremoti

Oggi la gran parte del mondo musulmano sunnita celebra la fine del Ramadan. A Teheran, come in Pakistan e l’Oman, si dovrà aspettare fino a domani. In Indonesia oltre 100 milioni di persone in movimento, l’Arabia Saudita rafforza la sicurezza e allestisce quasi 21mila fra moschee e luoghi di preghiera. La fine delle restrizioni legate al Covid e il ritorno agli incontri di comunità. 

Riyadh (AsiaNews) - Con l’avvistamento della prima luna, i musulmani sunniti - gli sciiti dovranno aspettare fino a domani - celebrano oggi l’Eid al-Fitr. È la festa che segna la fine del Ramadan - il mese sacro di digiuno e preghiera - e rappresenta uno dei momenti più importanti per l’islam, caratterizzato da celebrazioni comunitarie riprese dopo chiusure e restrizioni imposte dalla pandemia di Covid-19. Anche quest’anno l’Eid è caratterizzato da luci e ombre per il mondo musulmano, che guarda con preoccupazione alle recenti violenze in Sudan ma trova elementi di conforto e speranza neii dialoghi fra Riyadh e Teheran che hanno aperto spiragli di pace in Yemen. 

In occasione della festa i fedeli di Maometto ringraziano Allah per aver dato loro forza e benedizioni, nella speranza che Ramadan li abbia aiutati ad avvicinarsi a Dio e alla perfezione. Il primo a celebrare l’Eid è stato proprio il profeta che ha dato origine alla fede islamica nel 624 d.C., all’indomani di una vittoria in una battaglia. I festeggiamenti cambiano fra sunniti e sciiti, o a seconda dei luoghi di origine. I musulmani si radunano in moschee o all’aria aperta, per consumare il primo pasto alla luce del giorno; la festa è anche occasione di incontro interreligioso.

In Yemen, colpita dalla tragedia a un evento di beneficienza nei giorni scorsi che ha causato decine di vittime, le autorità religiose hanno decretato oggi l’inizio dell’Eid. In Indonesia il ministero per gli Affari religiosi ha sancito che la festa partirà domattina, mentre il Muhammadiyah - secondo gruppo per importanza con 60 milioni di fedeli - inizia oggi le celebrazioni. Da qui l’appello del ministro ai membri della comunità di festeggiare nelle abitazioni private, per “rispettare” quanti stanno ancora digiunando. Stime del governo parlano di 123 milioni di cittadini in movimento per l’arcipelago e le sue 17mila isole, con 18 milioni in partenza dall’area metropolitana di Jakarta.

Sul terreno diplomatico Riyadh e Teheran stanno trovando nuove vie di dialogo, soprattutto nello Yemen, mentre sul piano religioso restano le differenze: i sauditi, punto di riferimento del mondo sunnita, celebrano oggi la fine del Ramadan come gli Emirati Arabi Uniti, Qatar, Siria, Libano, Egitto e Afghanistan; i cittadini della Repubblica islamica sciita - assieme ai musulmani del Sultanato dell’Oman e del Pakistan - dovranno aspettare fino a domani perché la luna nuova non era ancora visibile. 

Per garantire la sicurezza dei fedeli, l’Arabia Saudita ha stanziato altri 6mila agenti - uomini e donne - che controlleranno luoghi di culto e aree dedicate alla preghiera. Secondo fonti governative sono circa 20.700 le moschee e spazi all’aperto in cui viene celebrata la fine del Ramadan. Tuttavia, i musulmani più zelanti potranno digiunare anche per i prossimi sei giorni secondo un credo particolare secondo cui una buona azione per l’islam viene ricompensata 10 volte. Quindi, il digiuno di 30 giorni durante il Ramadan e di altri nel mese di Shawwal garantisce un anno di prosperità e buona volontà.

Per molti l’Eid è anche occasione per ricordare e solidarizzare con le vittime del drammatico terremoto in Siria e Turchia del 6 febbraio scorso, che ha causato decine di migliaia di vittime. In quelle aree, spiega in un editoriale l’agenzia ufficiale degli Emirati Wam, la festa è contraddistinta da “tristezza per la scomparsa di persone care e i timori di futuro incerto”. Inoltre, a differenza degli anni passati, prosegue la riflessione, “lo spettro del Covid si è ritirato a sufficienza per consentire le preghiere comunitarie, le visite ai familiari e iftar [il pasto serale che segna la fine del digiuno] di gruppo, senza restrizioni. Questo aspetto sociale del Ramadan non può essere trascurato e milioni di musulmani - conclude Wam - saranno felici che la malattia - anche se non sradicata - non interrompa più le celebrazioni”. 

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