Egitto: fiumi di persone in piazza Tahrir per continuare la rivoluzione dei Gelsomini
Nagui Diamian, giovane leader copto cattolico, racconta la protesta dei giovani a un anno dalle manifestazioni che hanno fatto cadere il presidente Mubarak. In migliaia sono giunti da tutto l’Egitto per chiedere un vero cambiamento del Paese ancora nelle mani dell’esercito. Il tentativo di Fratelli musulmani e salafiti di monopolizzare la situazione dopo la vittoria alle elezioni parlamentari.
Il Cairo (AsiaNews) – “I giovani egiziani sono scesi in piazza per continuare la rivoluzione non per celebrarne il ricordo: la caduta di Mubarak non è sufficiente. Nulla è cambiato rispetto a un anno fa”. È quanto afferma ad AsiaNews, Nagui Diamian, 30 anni, copto cattolico di Alessandria d’Egitto e militante in uno dei movimenti democratici nati durante le proteste del 2011. Come altre decine di migliaia di giovani, egli ha viaggiato di notte verso il Cairo per unirsi alla manifestazione in corso da questa mattina in piazza Tahrir, a un anno dalla rivoluzione dei Gelsomini iniziata il 25 gennaio 2011.
“Il clima è lo stesso di un anno fa – afferma – migliaia di giovani egiziani, musulmani e cristiani, stanno riempiendo di nuovo piazza Tahrir perché desiderano un vero cambiamento del Paese”. Egli spiega che a un anno dalla caduta di Mubarak, i militari e molti esponenti del vecchio regime sono ancora al potere. Nessun soldato è finito in carcere per le oltre 1000 persone uccise durante le manifestazioni di questi mesi. I familiari delle vittime del massacro dei copti del 9 ottobre, attendono ancora giustizia, nessuno di loro ha ricevuto un risarcimento.
“Il Consiglio supremo dei militari e i partiti islamisti vincitori delle elezioni – spiega Nagui - vogliono prendersi i meriti della rivoluzione, facendo credere alla popolazione e al resto del mondo che le richieste dei giovani sono state esaudite, ma non è così”.
Il giovane racconta che “Fratelli musulmani e salafiti hanno chiamato a raccolta tutti i loro affiliati da ogni parte dell’Egitto, per monopolizzare piazza Tahrir e far vedere che loro sono la risposta alle domande della rivoluzione”. “Questa mattina – continua - ci sono stati alcuni diverbi con i membri di Giustizia e libertà (Fratelli musulmani), che volevano allestire i loro stand al centro della piazza. Ma alcuni di noi hanno occupato il luogo, costringendoli a piantare le loro tende in una zona fuori da Tahrir Square. I giovani dei movimenti democratici non vogliono manifestare insieme a loro.
Agli islamisti interessa solo il potere. Per questa ragione ora sono con l’esercito e impediscono a cristiani e musulmani moderati di criticare i militari”.
Secondo Nagui Diamian, la protesta in corso al Cairo è un segno per il futuro del Paese. “Nonostante le minacce dell’esercito e le pressioni dei partiti islamici, la popolazione egiziana che desidera uno Stato laico e una vera democrazia non si è arresa ed è ancora disposta a dare la vita per questi ideali”.
“Il clima è lo stesso di un anno fa – afferma – migliaia di giovani egiziani, musulmani e cristiani, stanno riempiendo di nuovo piazza Tahrir perché desiderano un vero cambiamento del Paese”. Egli spiega che a un anno dalla caduta di Mubarak, i militari e molti esponenti del vecchio regime sono ancora al potere. Nessun soldato è finito in carcere per le oltre 1000 persone uccise durante le manifestazioni di questi mesi. I familiari delle vittime del massacro dei copti del 9 ottobre, attendono ancora giustizia, nessuno di loro ha ricevuto un risarcimento.
“Il Consiglio supremo dei militari e i partiti islamisti vincitori delle elezioni – spiega Nagui - vogliono prendersi i meriti della rivoluzione, facendo credere alla popolazione e al resto del mondo che le richieste dei giovani sono state esaudite, ma non è così”.
Il giovane racconta che “Fratelli musulmani e salafiti hanno chiamato a raccolta tutti i loro affiliati da ogni parte dell’Egitto, per monopolizzare piazza Tahrir e far vedere che loro sono la risposta alle domande della rivoluzione”. “Questa mattina – continua - ci sono stati alcuni diverbi con i membri di Giustizia e libertà (Fratelli musulmani), che volevano allestire i loro stand al centro della piazza. Ma alcuni di noi hanno occupato il luogo, costringendoli a piantare le loro tende in una zona fuori da Tahrir Square. I giovani dei movimenti democratici non vogliono manifestare insieme a loro.
Agli islamisti interessa solo il potere. Per questa ragione ora sono con l’esercito e impediscono a cristiani e musulmani moderati di criticare i militari”.
Secondo Nagui Diamian, la protesta in corso al Cairo è un segno per il futuro del Paese. “Nonostante le minacce dell’esercito e le pressioni dei partiti islamici, la popolazione egiziana che desidera uno Stato laico e una vera democrazia non si è arresa ed è ancora disposta a dare la vita per questi ideali”.
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La rivoluzione egiziana, un anno dopo
25/01/2012
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