03/12/2012, 00.00
EGITTO
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Egitto, sciopera la Corte costituzionale. Gli islamisti minacciano i giudici

I tribunali protestano contro il presidente Morsi e la nuova Costituzione basata sulla sharia islamica. Centinaia di estremisti islamici bloccano da ieri l'ingresso del palazzo della Corte costituzionale, lanciando slogan contro i giudici. Portavoce della Chiesa cattolica: l'Alta Corte è l'ultimo baluardo legale per frenare il potere degli estremisti islamici.

Il Cairo (AsiaNews) - Scioperano da ieri i giudici dell'Alta corte egiziana contro le "pressioni e le minacce" dei sostenitori del presidente islamista Mohamed Morsi, accusato di voler imporre a tutti i costi una costituzione basata sulla sharia. Per i giudici, Fratelli musulmani e salafiti hanno creato un clima di tensione che non consente alla Corte di esaminare la validità della bozza costituzionale votata lo scorso 30 novembre e quella delle leggi che danno pieni poteri al presidente durante questa fase di transizione. Da ieri, centinaia di sostenitori di Morsi stazionano davanti alla sede dell'Alta corte, impendendo ai giudici di entrare nei loro uffici. Secondo fonti locali, i funzionari sono riusciti a passare solo con l'aiuto delle forze di sicurezza.

Per p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, questi giorni sono "cruciali per la storia del Paese", con un un confronto sempre duro fra islamisti e forze laiche e democratiche. Dopo la manifestazione dello scorso 1mo dicembre, di oltre 300mila sostenitori del presidente Morsi, domani i partiti democratici hanno annunciato una marcia verso il palazzo presidenziale. Secondo i media locali, si attendono centinaia di migliaia di persone. Alla protesta parteciperanno anche membri delle istituzioni contrarie all'egemonia di Fratelli Musulmani e Salafiti, accusati di aver assunto con l'inganno il controllo su tutti i poteri: esecutivo, legislativo e giudiziario.

"Fin dai primi giorni del suo mandato - afferma p. Greiche - Morsi ha dato il via a una scandalosa delegittimazione del sistema giudiziario, soprattutto nei confronti dei giudici della Corte costituzionale accusati di essere troppo vicini al vecchio regime di Mubarak e di minare i valori della Rivoluzione dei gelsomini". "La prima frattura - continua - risale al giorno del suo insediamento quando ha parlato in veste ufficiale davanti a suoi sostenitori ancora prima di giurare davanti all'Alta corte. Pur sottolineando più volte che avrebbe rispettato tale autorità, in questi mesi egli ha sempre contestato il giudizio del tribunale". Per il sacerdote, Morsi ha fatto di tutto per favorire il suo partito, aiutanto la salita al potere di funzionari legati ai Fratelli Musulmani e infine attribuendosi poteri che lo pongono al di sopra della legge. Secondo le nuove norme varate il 22 novembre, Morsi è l'unico che può apporre modifiche o annullare la bozza costituzionale e sciogliere il parlamento.

"I giudici - spiega p. Greiche - stanno lottando contro il tempo per costringere il presidente e suoi seguaci a fare un passo indietro. Anche se diversi funzionari sono membri dei Fratelli Musulmani, la maggior parte è contraria allo strapotere degli islamisti, che ormai controllano ogni istituzione. Da oltre quattro giorni, i funzionari hanno bloccato tutte le sedute nei tribunali nazionali e minacciano di invalidare il referendum del prossimo 15 dicembre".

A scatenare l'ira degli islamisti è stato proprio l'atteggiamento di diversi giudici della Corte costituzionale. I funzionari hanno messo in discussione la legittimità delle azioni del presidente, annunciando ieri lo scioglimento del Senato, dopo quello della Camera e della prima Assemblea costituente. Ciò ha spinto Fratelli Musulmani e Salafiti ad approvare in tempi record la bozza della nuova costituzione. Il documento è già stato consegnato nelle mani del presidente, nonostante la votazione sia avvenuta senza i partiti democratici e i rappresentanti della Chiesa copta ortodossa e cattolica, che a fine ottobre hanno boicottato in massa l'Assemblea, sperando in un intervento dell'Alta corte. Gli islamisti mirano a bloccare qualunque azione fino al prossimo 15 dicembre quando si terrà il referendum per approvare la nuova Costituzione.

In un comunicato stampa diffuso ieri, Morsi ha promesso che cederà parte dei suoi poteri una volta approvata la costituzione. Se vincerà il sì l'Egitto potrebbe però trasformarsi in uno Stato confessionale, basato non più sui principi della sharia, come ai tempi di Mubarak, ma su precise norme coraniche. Il potere di verificare in ultima istanza la validità di una sentenza potrebbe passare dalle mani della magistratura a quelle degli imam. Oltre ad aver aggiunto riferimenti espliciti alla legge islamica, Fratelli musulmani e salafiti hanno inserito molte norme confuse sulla sicurezza dello Stato e dei cittadini, che rischiano in futuro di legittimare azioni autoritarie o impopolari. L'art. 30 ad esempio garantisce la protezione dei cittadini e allo stesso tempo consente alla polizia ispezioni anche senza mandato in caso di particolari situazioni, ma non specifica quali. L'art. 43 tutela la libertà e la costruzione di edifici di culto, ma non vi è alcun riferimento a leggi o norme in materia. (S.C.)

 

 

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