Egitto, nominati i 100 membri della nuova Assemblea costituente
Il Cairo (AsiaNews/ Agenzie) - Il parlamento egiziano nomina i 100 membri dell'Assemblea costituente che saranno incaricati di scrivere la nuova Costituzione, a oltre un anno dalla caduta del presidente Hosni Mubarak. La prima Assemblea era stata sciolta il 10 aprile scorso a causa dell'eccessiva influenza dei movimenti islamisti - Fratelli musulmani e salafiti - accusati di voler monopolizzare la scena politica. Essi avevano sfruttato i difetti del precedente regolamento per ottenere la maggioranza in tutte le votazioni, piazzando più di 60 fra parlamentari e ideologi appartenenti a Fratelli musulmani e salafiti.
Alla nuova Assemblea parteciperanno: 39 membri del parlamento, dominato dagli islamisti, fra questi sette donne rappresenteranno i giovani della Rivoluzione dei gelsomini; 5 esperti di islam dell'Università di al-Azhar e di altri istituti islamici; quattro delegati delle denominazioni religiose cristiane; 13 rappresentanti delle unioni sindacali; 21 uomini d'affari e personaggi di spicco della società egiziana; 18 fra esperti legali e professori di diritto. Fra gli esclusi i membri del Wafd Party, partito nazionalista liberale, accusati di aver boicottato le elezioni, votando scheda bianca.
Oggi, Saad al-Katatny, speaker della Camera bassa, ha annunciato che la prima sessione della nuova Assemblea si terrà già nel fine settimana. Secondo il nuovo regolamento approvato nei giorni scorsi dal parlamento e dal Consiglio supremo dei militari, qualsiasi proposta fatta dalla costituente dovrà ottenere il 67% dei consensi per essere approvata. Tale percentuale dovrebbe limitare l'influenza dei partiti islamisti. Tuttavia essi potrebbero cercare consensi fra i delegati non politici presenti nell'Assemblea, di cui non sono stati ancora diffusi i nomi e l'orientamento.
Intanto, tutto l'Egitto si prepara ai ballottaggi delle elezioni presidenziali, in programma il 16 e il 17 giugno. A sfidarsi saranno Ahmed Shafiq, ex primo ministro del governo Mubarak, sostenuto da ex del regime e militari, e Mohamed Morsy leader di Giustizia e Libertà, partito dei Fratelli musulmani, appoggiato dai salafiti e dai vari movimenti islamisti egiziani. Molti giovani che si sono impegnati nella "primavera araba" affermano di non sentirsi espressi da nessuno dei due candidati e per questo non andranno a votare.