Egitto, la polizia scende in piazza contro i Fratelli Musulmani
Il Cairo (AsiaNews) - Migliaia di poliziotti protestano in tutto l'Egitto contro le politiche del presidente Mohamed Morsi e dei Fratelli Musulmani. Secondo i portavoce delle manifestazioni, gli islamisti starebbero politicizzando anche i ranghi delle forze dell'ordine, sostituendo i vertici con persone a loro fedeli. Iniziato lo scorso 4 marzo al Cairo, lo sciopero degli agenti, soprattutto di basso grado, si è diffuso in tutto il Paese e ha raccolto in pochi giorni migliaia di sostenitori. Oggi, si temono scontri a Port Said, dove a causa dello sciopero degli agenti potrebbero esplodere violenze per la condanna alla pena capitale contro 21 tifosi responsabili del massacro allo stadio locale costato la vita a 73 persone.
P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sostiene che "la polizia serve per difendere la popolazione, non un partito politico, come vogliono i Fratelli Musulmani". Per il sacerdote le forze dell'ordine non vogliono andare contro la popolazione o essere visti come servi del potere. "Sempre più persone odiano gli islamisti - aggiunge Greiche - in questi mesi essi hanno dimostrano la loro inettitudine e inesperienza a governare il Paese".
Per decenni il governo Mubarak ha controllato le forze di polizia responsabili di molti arresti di leader dei Fratelli Musulmani e dei salafiti. Dopo la salita al potere nel 2012 gli estremisti stanno utilizzando a loro volta gli agenti per i propri fini. In più di un'occasione, funzionari affiliati alla Fratellanza avrebbero impartito ordine di scagliarsi contro manifestanti inermi, provocando massacri, solo per intimorire la popolazione ed evitare l'accrescersi del dissenso.
Al Cairo, decine di poliziotti hanno bloccato ieri l'ingresso a una delle principali stazioni di polizia della città, lanciando slogan contro il presidente Morsi. Altri hanno organizzato un sit-in davanti all'abitazione del leader islamico nella sua città natale di Zagazig, a nord-est della capitale.
Proteste e sit-in hanno coinvolto anche Assiut e Luxor, a sud del Cairo, dove gli agenti contestano da diversi giorni Ahmed Gamal, neo ministro dell'Interno, accusato di usare le forze dell'ordine per proteggere i membri del suo partito. Il suo predecessore, Mohammad Ebrahim è stato costretto a dimettersi perché si era rifiutato in agosto di usare la forza contro i manifestanti durante le proteste anti-islamiste esplose a fine agosto e continuate per tutto il mese di settembre. Fonti locali sostengono che i funzionari del movimento islamista sono infuriati con la polizia che in questi mesi non ha protetto le sedi del partito Giustizia e Libertà più volte attaccate e date alla fiamme nel corso delle proteste. Abdel Maged, leader della Al-Gamaa Al-Islamiya ha annunciato ieri che il movimento garantirà la sicurezza ai cittadini di Assiut, mettendo a disposizione le proprie milizie. Tuttavia, un funzionario del governatorato fa sapere che nessuno tranne la polizia avrà funzioni di sicurezza. (S.C.)