Egitto, Papa Tawadros ‘nel mirino’ degli islamisti
Il Cairo (AsiaNews) - "Si teme che Papa Tawadros II possa essere uno dei bersagli della rappresaglia islamista". Lo dice ad AsiaNews p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica in Egitto, il quale racconta che "nelle ultime settimane, dopo la caduta del governo Morsi, gli attacchi e le intimidazioni ai danni della minoranza cristiana si sono verificati con frequenza quotidiana".
Il 3 luglio scorso, quando il generale Abdel Fattah al-Sisi ha annunciato la destituzione del presidente Mohammed Morsi, inaugurando così la transizione, sia il grande imam di al-Azhar, Ahemd al-Tayeb, sia Papa Tawadros, hanno manifestato entusiasmo e approvazione. Il capo della Chiesa copta ortodossa aveva aggiunto inoltre che "il programma esposto dal generale è portato avanti da persone che hanno a cuore le sorti del Paese". Tale dichiarazione a sostegno del governo provvisorio ha indotto molti membri della Fratellanza musulmana a pensare che i cristiani abbiano fomentato la cospirazione ai danni del presidente Morsi; scatenando così la rappresaglia delle frange più violente.
"Papa Tawadros II - racconta p. Greiche - era solito recarsi ogni mercoledì nella cattedrale di S.Marco, al Cairo, per incontrare i fedeli e tenere una serie di letture settimanali. È da più di un mese, da quando il presidente Morsi è stato destituito, che, per ragioni di sicurezza, questi incontri si tengono in un monastero fuori città". Dall'Alto Egitto alla capitale, continuano le violenze e le intimidazioni: due giorni fa, un cattolico è stato ucciso a Sohag, mentre ieri, in uno dei quartieri più popolati del Cairo, una ragazza di 10 anni è stata assassinata all'uscita di una chiesa protestante. Gli attentatori si sarebbero avvicinati a bordo di una motocicletta e avrebbero aperto il fuoco sulla giovane.
Mina Maghdi, uno dei leader del movimento islamo-cristiano Maspero Youth Union, spiega ad AsiaNews che "per le strade del Cairo regna un clima di attesa, dopo l'ultimatum del Primo ministro Hazem al-Beblawi per lo sgombero dei sit-in della Fratellanza musulmana". E aggiunge: "Dopo un mese consecutivo di presidio nelle aree di Nahda e Rabaa Adawiya la gente è stanca e si chiede perché l'esercito lasci ancora correre". Molti analisti pensano che l'intromissione diplomatica occidentale nelle vicende politiche del Paese abbia costituito un freno a un intervento più risoluto da parte delle Forze Armate.
Il 7 agosto, il premier ad interim Beblawi ha annunciato il fallimento dei negoziati diplomatici promossi dall'Occidente, lanciando un ultimo appello ai Fratelli musulmani di lasciare la piazza e tornare alle proprie case. I militari, che sorvolano in elicottero da settimane le aree presidiate dai dimostranti lanciando volantini d'invito ad abbandonare il sit-in, sono attesi a giorni in piazza da buona parte dei cittadini.