Egitto, Al-Azhar ripete il suo no al dialogo con il Vaticano
“Non è giusto chiedere le scuse del Papa – afferma una fonte anonima per motivi di sicurezza - perché lui non ha mai offeso l’islam, ha solo chiesto la protezione dei cristiani in qualunque luogo si trovino, com’è suo dovere”. La fonte fa notare la doppia posizione tenuta dalle autorità di Al-Azhar, che da una parte pretendono le scuse del Papa, ma vogliono essere comunque considerate il volto dell’islam moderato. “Il Vaticano – continua - deve essere fermo sulle sue posizioni e domandare agli imam di Al-Azhar le ragioni delle scuse e dove risieda l’errore del Santo padre. Al-Azhar deve invece spiegare perché continuano ad esserci violenze contro i cristiani in Egitto prima di poter pretendere delle scuse”.
Secondo la fonte, anche i rapporti cortesi avuti in passato, erano in realtà ambigui. “I leader islamici – afferma - hanno sempre impostato un dialogo di cortesia da salotto con la Chiesa, evitando in questo modo di discutere e affrontare le questioni calde e i problemi presenti fra cristianesimo e islam. Ora il Vaticano è più consapevole della situazione e non ha paura di adottare un comportamento più fermo e rigido”.
La rivoluzione dei Gelsomini e la caduta di Mubarak hanno fatto emergere la confusione e l’instabilità interna alla società musulmana egiziana, in bilico fra movimenti democratici e laici, islam radicale e il rischio di un nuovo regime militare. Secondo la fonte ciò spiegherebbe in parte l’atteggiamento contradditorio di Al-Azhar.
“Il mondo musulmano egiziano – dice - è molto diviso in questo periodo. Ad Al-Azhar vi sono contrasti fra le posizioni di Ahmed El-Tayeb e di altri iman con gli studiosi dell’università. A sua volta Al-Azhar è in contrasto con i membri dei Fratelli musulmani, al loro interno divisi fra la linea intransigente degli anziani e quella riformista dei giovani. Il contrasto è presente anche fra Fratelli musulmani e il movimento dei salafiti, anche loro in contrasto su molti argomenti”. La fonte spiega che queste divisioni potrebbero chiarire le posizioni e le correnti interne all’islam, frutto delle contraddizioni presenti all’interno del Corano e dell’assenza di un’autorità ultima nel mondo musulmano.
Anche il governo dei militari, al momento garanti della stabilità, è espressione di questa confusione. Secondo la fonte, l’arresto di Mubarak e i suoi figli, avvenuto oggi, è un espediente usato dall’esercito per riguadagnare la fiducia della piazza, persa dopo la repressione violenta delle manifestazioni avvenute lo scorso 8 aprile. “I militari – afferma – vogliono mostrare di essere ancora dalla parte della popolazione, attaccando Mubarak e sfatando i dubbi di una collusione con il vecchio regime”. (S.C.)