10/08/2009, 00.00
INDIA
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Educazione obbligatoria e gratuita per i bambini indiani: una vera rivoluzione

di CT Nilesh
Dopo decenni di attesa, varata la legge sull’educazione obbligatoria e gratuita per tutti i bambini da 6 a 14 anni. Una “decisione storica”, anche se vi sono ancora molti problemi.

Mumbai (AsiaNews) – Da alcuni giorni (il 4 agosto) il parlamento indiano ha approvato una legge che riconosce il diritto all’educazione per tutti i bambini indiani tra i 6 e 14 anni d’età. La costituzione indiana aveva già previsto questo diritto, ma mancava una legge per metterlo in pratica. Era una promessa che ha richiesto decenni per essere messa in pratica.

Non poteva esserci momento migliore di questo. Le statistiche del livello di alfabetizzazione sono un abisso con milioni di giovani che non hanno accesso alla scuola elementare. Il 27,5% della popolazione è ancora sotto il livello di povertà, il 22% sono analfabeti e lo stanziamento del bilancio nazionale per l’educazione non ha mai superato il 3,4%. Per questo le scuole e le università private fioriscono in India, ma solo per quelli che possono pagare. L’educazione in India è una vera industria dove è vantaggioso investire per guadagnare.

Il “Right of Children to Free and Compulsory Education Bill”, che è stato approvato nella Lok Sabha (parlamento) potrebbe portare l’India avanti nell’affermazione di una società progressiva e giusta.

La legge obbliga lo stato a provvedere in l’educazione elementare a tutti i bambini modo gratuito e nelle vicinanze. Kapil Sibal,  ministro per lo Sviluppo delle risorse umane, ha affermato che si tratta di una “decisione storica”, ma molti  esperti di educazione hanno già criticato la legge come insufficiente. Anil Sadgopal, da Bhopal, membro del 2005 Central Advisory Board of Education (Cabe) ha detto che “questa legge aiuterà le scuole private ed in nessun modo provvederà uguaglianza di opportunità per tutti. Essa prevede il 25 per cento dei posti riservati ai bambini economicamente arretrati, ma non specifica se potranno sedersi nelle stesse classi con gli altri. Le scuole private lasceranno che questi bambini si siedano con quelli che pagano?”

La legge affronta pure il problema delle infrastrutture inadeguate e della scarsa qualità dell’insegnamento nelle scuole pubbliche. Le scuole, sia pubbliche che private, devono avere un minimo di attrezzature: campi da gioco, acqua potabile, gabinetti ed una biblioteca; inoltre devono rispettare la regola di un insegnante per 40 studenti.

La legge si preoccupa non solo di garantire l’educazione elementare ma anche di riformare il sistema. Proibisce le tasse per l’ammissione,  proibisce le interviste dei genitori e dei bambini prima dell’ammissione e dichiara illegali le punizioni corporali.

Ma il soggetto dell’educazione in India non dipende solo dal governo centrale, è un soggetto concorrente, ed ogni stato (27 in India) può legiferare in merito. Questo può essere pericoloso per l’applicazione della legge. In molti sottolineano che sarebbe meglio che le scuole siano più dipendenti dalle autorità locali ed in modo particolare dai genitori attraverso le associazioni di genitori ed insegnanti.

La legislazione messa in atto appare comunque un buon inizio, ma  molto dipenderà dal miglioramento del livello d’insegnamento, dalla preparazione  e dalla responsabilità degli insegnanti, dal miglioramento degli edifici e delle infrastrutture e soprattutto dal convincere i genitori a mandare a scuola i propri figli.

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