Educazione allo sfacelo: studente vietnamita getta cinque litri di acido su professore e studenti
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Nelle università vietnamite dilaga violenza e immoralità fra gli studenti. Ma molte colpe sono da attribuire e superficialità e corruzione dei docenti, oltre che ai pregiudizi ideologici della leadership.
Nei giorni scorsi, uno studente della facoltà di agricoltura e foreste a Ho Chi Minh City ha gettato 5 litri di acido sul volto del suo professore, il dott. Dang, vice-capo della facoltà, colpendo anche altre 13 vittime. Tutti sono all’ospedale. Lo studente ha spiegato che i suoi professori lo accusano di essere ignorante e stupido. Questo lo ha prostrato dal punto di vista psicologico e ha reso ancora più carenti i suoi risultati: per tre anni egli non è riuscito a passare l’esame di inglese.
Da diversi anni il ministero dell’educazione ha lanciato la campagna “No alle cose negative” per eliminare i mali sociali dell’università, ma quasi senza frutto. Lo stesso primo ministro vietnamita, in una conferenza lo scorso 28 agosto ha dichiarato che l’educazione in Vietnam è decaduta in modo molto serio.
In effetti rettori e professori si disinteressano della loro professione, di migliorare tecniche di insegnamento e contenuti, di educare anche dal punto di vista umano i loro studenti. L’interesse fondamentale è a mantenere i loro posti di potere e salire nella carriera politica. “Si interessano solo ai soldi e al commercio”, racconta uno studente, “ma non hanno alcuna cura per gli studenti e per le relazioni umane. Stanno distruggendo le tradizioni educative e culturali della popolazione”.
Il Vietnam ha 367 università e istituti di ricerca, ma solo 320 corsi hanno dottorati di ricerca. Molti capi di facoltà e professori non hanno nemmeno il grado professionale per i loro insegnamenti. In più, è diffusa la corruzione: lauree falsificate, commercio di diplomi, pigrizia nel lavoro. Spesso i fondi stanziati dallo Stato per l’educazione vengono usati per fini privati, investendo o commerciando per arricchirsi, impoverendo la proposta educativa e distruggendo le speranze degli studenti.
Sebbene il governo continui a lamentarsi, ma non cambiano nulla. Al contrario, nelle università è in atto una persecuzione contro tutti coloro che vorrebbero raddrizzare la situazione a causa della loro fede o perché ci tengono a una moralità professionale.
La signora Truc [non il suo vero nome, cambiato per motivi di sicurezza – ndr] confessa ad AsiaNews: “Studenti e assistenti sono vittime della struttura universitaria. Nessuno si preoccupa dell’avidità dei professori e dello sfacelo dell’educazione. In compenso, io, vietnamita e cattolica, sono seguita e controllata passo passo. Poliziotti in borghese mi seguono ovunque vada e quando insegno all’università, vi sono alcuni studenti che prendono nota di tutto quello che dico per trovare occasioni di accusarmi davanti alle autorità universitarie. Sono le stesse autorità che fanno profitti economici sugli studenti e non offrono nulla per migliorare l’educazione”.
09/10/2017 15:45