Economia, agricoltura e industria nel quarto summit fra Cina e Taiwan
Al vertice in programma a metà dicembre a Taichung, dove verranno rafforzate le misure di sicurezza per prevenire manifestazioni. Pechino e Taipei sempre più vicine, nonostante l’opposizione delle frange indipendentiste. La Cina esclude Kaohsiung dalle visite guidate: ha ospitato il Dalai Lama e proiettato un documentario di attivista uiguri.
Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Fine della doppia tassazione, controlli ai prodotti agricoli, cooperazione nel settore della pesca e certificazione degli standard qualitativi dei manufatti industriali. Sono i temi al centro del quarto incontro fra delegati di Cina e Taiwan, in programma a metà dicembre a Taichung, nella zona centrale dell’isola.
La nuova tornata di colloqui segna un ulteriore rafforzamento delle relazioni fra i due Paesi, che vantano già collegamenti diretti aerei e marittimi. Jason Hu, sindaco di Taichung, assicura che il vertice si svolgerà in “piena sicurezza” e senza incidenti, promette “nuove misure” e non rivela il luogo che ospiterà i colloqui fra le due delegazioni.
Nonostante i proclami di Hu relativi al rafforzamento della sicurezza, Chen Da-chun – direttore della sede locale del Democratic Progressive Party (Dpp) – anticipa già il proposito di organizzare manifestazioni contro il vertice; la marcia di riavvicinamento fra Pechino e Taipei, secondo Chen, “mette in pericolo la sovranità di Taiwan”.
Le due delegazioni saranno guidate da Chiang Pin-kung, capo della Straits Exchange Foundation, e dalla controparte cinese Chen Yunlin, dell’Association for Relations Across the Taiwan Straits. Sul piatto della bilancia anche il probabile accordo per un commercio “quasi del tutto” privo di tasse; ma le trattative, in questo settore, si terranno a margine del vertice ufficiale.
Il summit non toccherà invece Kaohsiung, nel sud dell’isola, roccaforte della base indipendentista che osteggia il riavvicinamento a Pechino. Di recente la città ha ospitato il Dalai Lama, leader spirituale dei tibetani, che ha visitato le zone devastate dal tifone Morakot. A questo si aggiunge la decisione delle autorità locali di proiettare un documentario dell’attivista uiguri Rebiya Kadeer, durante il festival del cinema.
Entrambe le decisioni hanno scatenato le proteste della Cina, che accusa il governo locale di alimentare le rivendicazioni indipendentiste in Tibet e nello Xinjiang. Pechino ha deciso di escludere Kaohsiung dalle visite guidate organizzate sull’isola, forse temendo enormi proteste.
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