East Java: arrestati 41 cristiani per blasfemia contro l'Islam
Jakarta (AsiaNews) – Si accende il dibattito in Indonesia su un caso di blasfemia che ha portato all’arresto di 41 persone a Malang, nella provincia di East Java. Ieri il capo della polizia di Malang, Muhammad Amin Saleh, ha reso noto che i detenuti sono tutti membri della Indonesian Students Service Agency (LPMI), un’organizzazione che raccoglie diverse confessioni protestanti. Al momento altri 60 componenti del gruppo sono ricercati per lo stesso crimine.
Tra le varie tematiche ritenute sensibili nel dibattito pubblico vi è proprio quello sulla blasfemia; in Indonesia è perseguibile chi offenda l’origine etnica (Suku), la religione (Agama), la razza o il colore della pelle (Ras) e la classe di appartenenza sociale (Antar-golongan).
La polizia sta accertando le responsabilità dei 41 detenuti circa la realizzazione di un controverso video in circolazione da alcune settimane. Il filmato, di circa un’ora, mostra un raduno di giovani della LPMI mentre, vestiti con accessori tipicamente musulmani, pregano in circolo con un sottofondo di canti cristiani. A guidare l’incontro è un sacerdote che puntando il dito contro una copia del Corano, ne parla come “la fonte di ogni male per l’Indonesia, dalla violenza al terrorismo”. Secondo gli agenti il video risale al 17 – 21 dicembre 2006 ed è stato registrato all’Asida Hotel di Batu. Tutti gli arrestati sono ora sotto interrogatorio. Si presume che gli altri 60 ricercati siano fuggiti a Timor Ovest o a Bali.
Il portavoce della LPMI ha confermato l’esistenza del video e ne ha preso le distanze: “Si tratta di un’iniziativa personale della sezione del gruppo a East Java”, ha detto alla stampa.
Gli agenti sono ora in contatto con i leader religiosi di Probolongoo e Malang, per evitare che la vicenda provochi reazioni violente. Già da tempo il Consiglio degli Ulema locale aveva chiesto il ritiro del filmato “blasfemo”. ma la situazione sembra essere sotto controllo: East Java è ritenuta roccaforte dell’islam moderato in Indonesia e nella provincia abitano numerosi membri del Nahdlatul Ulama (NU), la più grande organizzazione musulmana del Paese.