East Java, vescovi indonesiani promuovono progetti di agricoltura biologica
di Mathias Hariyadi
Esperti agronomi insegnano tecniche di coltivazione naturale, priva di pesticidi o additivi. L’obiettivo è duplice: tutelare il consumatore e accrescere il livello di vita dei contadini. La Commissione episcopale socio-economica sostiene l’iniziativa con un aiuto “morale e finanziario”.
Jakarta (AsiaNews) – La Conferenza dei vescovi indonesiani (KWI) ha avviato un progetto dedicato ai contadini della provincia di East Java, per educarli alle tecniche di agricoltura biologica. L’obiettivo del piano di lavoro – sostenuto a livello “morale e finanziario” dalla Commissione episcopale socio-economica – è quello di estendere la pratica in altre zone del Paese, per migliorare la qualità dei prodotti e tutelare la salute dei consumatori. Antonius Nuriando, coordinatore dell’iniziativa, spiega ad AsiaNews che l’obiettivo è “promuovere un nuovo metodo di coltivazione” e formare contadini che siano “pionieri nel settore” dell’agricoltura biologica.
In Indonesia la maggior parte delle persone vive di agricoltura, ma milioni di lavoratori non conoscono le moderne tecniche di coltivazione. Mancano esperti di prodotti biologici e risorse finanziarie, nonostante che la domanda di frutta, verdura e prodotti “naturali” sia in continuo aumento. La maggior parte delle richieste proviene dalle grandi città, come Jakarta o Surabaya (capoluogo della provincia di East Java), dove si concentra la ricchezza e le persone sono più attente sia alla qualità dei prodotti che ai problemi legati alla salute.
Il primo progetto promosso dalla Chiesa indonesiana è partito la scorsa settimana a Ngrambe e Mojorejo, due sotto-distretti della parrocchia di San Giuseppe, nella reggenza di Ngawi (East Java). Al programma partecipano un gruppo di agricoltori ribattezzati Tani Mulyo, mentre la scelta è caduta sulla zona perché vi erano “ampi margini di terreno disponibile”. I sacerdoti locali hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, tanto da celebrare una messa nei campi come “attrezzo spirituale” che sia di aiuto a contadini e coltivazioni.
P. Agus Pr, sacerdote della parrocchia di Mojorejo, invita gli agricoltori cattolici ad abbandonare fertilizzanti chimici, perché “tossici” e “mortali” per ogni creatura vivente. La risposta dei locali è stata molto positiva: “hanno mostrato entusiasmo nel cominciare questo nuovo tipo di coltivazione”, ha commentato Antonius Nuriando.
Il coordinatore del progetto, laureato all’Università cattolica Atmajaya di Yogyakarta, ha un sogno: innalzare i guadagni dei contadini, grazie alle nuove tecniche di coltivazione. “I lavoratori della terra sono incentivati a produrre fertilizzanti dai materiali di scarto – conclude l’agronomo – e a mettere da parti ogni tipo di pesticida”.
La prima parte del progetto promosso dai vescovi indonesiani durerà almeno sei mesi.
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