Due convertiti al cristianesimo accusati di aver "denigrato la nazionalità turca"
Sono imputati di aver tentato di convertire dei giovani ed anche in base all'art. 301 del Codice penale, che ha fatto accusare anche il premio Nobel Orhan Pamuk, e che è contestato dall'Unione europea.
Ankara (AsiaNews) Rischiano da sei mesi a tre anni di prigione Turan Topal e Hakan Tastan, due turchi convertiti al cristianesimo, che il 23 novembre verranno processati per aver "denigrato la nazionalità turca", incitato l'odio contro l'islam ed aver segretamente compilato un elenco di cittadini per offrire corsi biblici.
I due, che contestano completamente le accuse, sono imputati anche sulla base dell'art. 301 del Codice penale turco che prevede come reato anche le offese alla "nazionalità turca" che è uno dei punti controversi della trattativa per l'adesione di Ankara all'Unione europea. Turan Topal, 46 anni, ed il 37enne Hakan Tastan saranno il 98mo e il 99mo cittadino turco che negli ultimi 16 mesi sono stati imputati proprio in base all'art. 301. Fra loro, anche il premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk,
Haydar Polat, avvocato dei due cristiani, ha spiegato a Compass Direct News, un'agenzia di stampa protestante, che i due sono anche accusati di aver avvicinato studenti delle scuole medie e superiori di Silivri, sul Mar di Marmara, ad una sessantina di chilometri da Istanbul, per cercare di convertirli al cristianesimo.
Secondo l'accusa, i querelanti sono Fatih Kose , 23 anni, e due diciassettenni, Alper e Oguz, secondo i quali gli imputati avrebbero definito l'islam "una religione primitiva e costruita" ed i turchi un "popolo esecrabile". Essi imputano ai due cristiani anche di essere contrari all'esercito turco, di aver incoraggiato una cattiva condotta sessuale e di aver procurato fondi per spingere giovani di Silivri a divenire cristiani.
Topal e Tastan negano tutte le accuse.
La loro vicenda giudiziaria è cominciata l'11 ottobre, con una perquisizione alle 8 del mattino, nella casa dove Tastan vive con la moglie e i due bambini. In quell'occasione il cristiano è stato informato dagli agenti di polizia di una denuncia per possesso abusivo di armi e illecita attività missionaria. Egli ha anche saputo che da un mese veniva seguito, fotografato e le sue conversazioni registrate, quando i poliziotti hanno voluto che li accompagnasse a prendere Turan nel loro piccolo ufficio ad Istanbul. Lì gli agenti hanno sequestrato carte, libri e due computer e portato via gli accusati.
Nel corso dei successivi interrogatori, i due cristiani si sono resi conto che all'origine delle accuse c'erano tre o quattro visite compiute mesi prima a Silivri per incontrare un insegnante ed alcuni liceali che avevano contattato il loro ufficio di Istanbul di corsi biblici per corrispondenza, chiedendo un incontro.
Appena quattro giorni dopo il loro arresto, su alcuni quotidiani sono apparse notizie che parlavano della loro vicenda, sostenendo che i genitori di alcuni studenti di Silivri avevano accusato i due di svolgere attività missionaria tra i giovani, e che, in collegamento con la Taksim Protestant Church, avevano raccolto dati su 5mila cittadini della regione di Marmara.
Un quotidiano, Zaman, ha inoltre sostenuto l'esistenza di "legami" tra i due cristiani e Hakan Ekinci, l'uomo che il 3 ottobre ha dirottato verso l'Italia un volo della Turkish Airlines affermando di essere un cristiano ed un obiettore di coscienza e chiedendo l'aiuto del Papa per ottenere asilo politico.
Il portavoce dell'Alleanza delle Chiese protestanti in Turchia, Isa Karatas, dopo aver esaminato le accuse, ha messo in evidenza che "non ci sono prove. Tutto è basato su affermazioni verbali, senza alcuna conferma".