Dubbi sull’apertura del generalissimo a colloqui con Suu Kyi
Il capo della giunta ha reso note le sue condizioni per incontrare la leader democratica, il cui partito fa sapere che valuterà l’offerta. Invitata a Naypyidaw anche l’incaricata d’affari Usa che però ancora non sa da chi sarà ricevuta. Oggi il rapporto Gambari all’Onu, mentre i cristiani nel Paese digiunano per la pace.
Yangon (AsiaNews) – L’opposizione birmana guarda “sotto una luce positiva” l'offerta di colloqui diretti avanzata dalla giunta militare, in seguito alle pressioni internazionali per mettere fine alla violenta repressione delle proteste popolari. Intanto la rappresentante degli Usa è diretta in Myanmar per uno speciale incontro con le "autorità", ma non si sa con chi.
La Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha fatto sapere oggi che la sua leader, Aung San Suu Kyi, terrà in considerazione la proposta del generalissimo Than Shwe. Con un apparente gesto di apertura il capo della giunta, che ha ordinato la violenza contro monaci e cittadini scesi in piazza queste settimane, ha invitato anche l'incaricata di affari degli Stati Uniti in Myanmar, Shari Villarosa, nella capitale Naypyidaw. Non è ancora noto, però, quale esponente del governo riceverà l’inviata di Washington.
Difficile valutare la reale portata del gesto dei generali. È atteso per oggi il rapporto all’Onu dell’inviato speciale, Ibrahim Gambari, sulla sua recente visita in Myanmar. Durante i 4 giorni di permanenza nel Paese, Gambari ha incontrato i generali e la guida della Nld, nel tentativo di mediare tra le parti e facilitare un incontro. La Tv di Stato ieri ha reso noto che in questa occasione Than Shwe, capo della giunta, ha elencato le sue condizioni per aprire negoziati con l’opposizione: Suu Kyi deve abbandonare lo "scontro" col governo, rinunciare alle "misure ostruzioniste" e al sostegno alle sanzioni internazionali, come anche alla "devastazione totale", una frase che non è stata spiegata. Secondo un portavoce della Lnd, in sostanza, la giunta chiederebbe alla Nobel di rinunciare alla sua lotta per la democrazia, a causa della quale ha passato 12 degli ultimi 18 anni in carcere o agli arresti domiciliari.
Alla riunione del Consiglio di Sicurezza oggi saranno presenti, oltre al segretario generale, anche i rappresentanti di Myanmar e Singapore, quest’ultimo come presidente dell'Asean, l'Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico di cui l’ex Birmania fa parte. Ma per gli esperti ogni iniziativa delle Nazioni Unite, Asean o Unione Europea sembra inutile finché incontrerà l’opposizione della Cina, principale sostenitore della giunta. Pechino ha già avvertito che si opporrà ad una azione internazionale. "Ci sono problemi in Myanmar, ma questi problemi sono di carattere interno – ha detto l'ambasciatore cinese all'Onu Wang Guangya parlando coi giornalisti - una soluzione imposta a livello internazionale non può essere d'aiuto alla situazione...sarà il governo (di Naypyidaw) a gestire questa vicenda”.
Nel Paese la gente continua a dimostrare in modo sporadico e spontaneo con cortei di 30 o 40 persone che si disperdono appena arrivano le forze di sicurezza. Ieri la comunità cristiana di Myitkyina, Stato di Kachin, ha iniziato un digiuno e una campagna di preghiera per il rilascio dei manifestanti arrestati in questi giorni e per la pace.
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06/10/2007
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