Dubai: revocati ogni giorno 1500 visti per lavoratori stranieri
Forti ricadute della crisi economica globale sulle attività commerciali legate agli acquirenti stranieri. Il calo del prezzo del petrolio fa abbassare il costo dei generi alimentari dopo le impennate del 2008.
Dubai (AsiaNews/Agenzie) – Nel più popoloso e noto emirato arabo ogni giorno vengono cancellati 1500 permessi di soggiorno per lavoratori stranieri. È l’effetto della crisi globale che colpisce in primo luogo le multinazionali presenti a Dubai.
Il ministero del lavoro prevede un aumento delle revoche nei prossimi mesi. Il fenomeno colpirà soprattutto gli impiegati licenziati in quest’ultimo periodo che faticano a trovare un nuovo lavoro dato che le principali aziende hanno congelato le assunzioni.
Insieme all’aumento dei licenziamenti dei lavoratori stranieri e delle revoche dei permessi di soggiorno il ministero registra anche un incremento senza precedenti delle lamentele degli impiegati. Addetti del dicastero affermano di essere sommersi dai reclami di lavoratori senza stipendio, costretti a periodi di aspettativa senza retribuzione, o licenziati senza ricevere le liquidazioni previste.
I numeri della crisi globale hanno un influsso per ora limitato sulla popolazione dell’Emirato. I settori che risentono di più della crisi economica sono quelli del mercato legato agli acquirenti stranieri. I grandi magazzini e i negozi con beni di lusso hanno registrato un forte calo delle vendite con l’inizio del nuovo anno. I responsabili di alcune delle principali boutique e negozi di marchi stranieri affermano che nel dicembre del 2008 gli acquisti hanno registrato una diminuzione sino al 70% rispetto allo stesso periodo del 2007.
Michael P. Niemira, direttore dell’International Council of Shopping Centres, reputa che queste cifre siano da leggere in relazione alla recessione economica nei Paesi dell’Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone “che ha un effetto sugli acquirenti e chi viaggia in Medio Oriente”.
Alcuni analisti affermano che il trend negativo implicherà cambiamenti e tagli per la maggior parte dei negozi che vivono soprattutto sulla capacità di acquisto straniera. Si tratta di un numero significativo di attività commerciali e posti di lavoro su cui l’emirato ha investito molto nell’ultimo periodo. Nel novembre dello scorso anno è stato inaugurato il Dubai Mall che a pieno regime dovrebbe ospitare oltre 1200 negozi. Entro il 2010 dovrebbe aprire il Mall of Arabia, destinato ad essere il più vasto grande-magazzino del mondo.
Nonostante le cifre di fine 2008 e inizio 2009, i rappresentanti delle grandi marche internazionali non parlano tuttavia di crisi del settore, tutt’al più di una revisione delle politiche commerciali in attesa della ripresa dei mercati. Un primo test sul reale andamento del settore è offerto dal Dubai Shopping Festival che inizia il 14 gennaio.
Anche il settore delle auto ha registrato segnali di forte crisi a partire dalla fine del 2008 soprattutto dopo l’annuncio della crisi delle case giapponesi. A influire sul calo delle vendite nel settore, con ricadute che per ora riguardano soprattutto i concessionari, ha contribuito anche la decisione delle banche della regione di aumentare il livello minimo salariale per ricevere prestiti destinati a finanziare acquisti o piccolo e medie imprese.
Di segno opposto l’andamento dei prezzi degli alimentari. Grazie al calo del costo del petrolio e del valore del dollaro i beni di prima necessità sono tornati a gravare meno sulle economie familiari. In marzo l’inflazione aveva toccato livelli record ed il mese successivo il governo aveva concordato un congelamento dei prezzi con i maggiori distributori di alimentari al dettaglio.
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