Dopo l’11/9, cattolici vietnamiti promotori del dialogo con l’islam
di J.B. Vu
L’attentato negli Usa del 2001 ha colpito i fedeli di tutte le religioni; una parte del Paese ha iniziato a emarginare i musulmani. L’arcidiocesi di Saigon ha avviato momenti di incontro interreligioso e creato una apposita commissione. Sacerdote vietnamita: il contatto con altre religioni “rende più forte la nostra fede”.
Ho Chi Minh City (AsiaNews) – L’attentato terroristico dell’11 settembre e le drammatiche immagini trasmesse dalla televisione hanno colpito – seppur in modo diverso – i fedeli di tutte le religioni in Vietnam. Per questo l’arcidiocesi di Saigon ha voluto promuovere un gruppo per il dialogo interreligioso che, ad oggi, si è sviluppato fino a diventare una Commissione pastorale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. All’indomani della tragedia americana, i musulmani vietnamiti hanno subito discriminazioni; per questo i leader cattolici hanno dato vita a momenti di incontro, dialogo e integrazione.
L’arcidiocesi di Ho Chi Minh City è stata la prima ad avviare il dialogo interreligioso con i musulmani: incontri, visite di cortesia, momenti di scambio culturale, sotto l’egida della Commissione cattolica. Un progetto che la Chiesa intende sviluppare in tutte le diocesi del Vietnam, per contribuire alla crescita del Paese. Tanto che nella lettera pastorale del 2010 ai fedeli, l’Assemblea del popolo di Dio, i leader cristiani spiegano che “il dialogo è al servizio della salvezza di Dio, un tentativo di comprensione reciproca e al servizio della vera felicità dell’uomo”.
Un sacerdote di Saigon spiega che “attraverso il contatto e il dialogo con buddisti, musulmani, protestanti, fedeli Cao Đài e Bahai’i, le persone possono trarre beneficio” per la propria vita e nel rapporto con gli altri, all’interno della comunità. Anche se alcuni fedeli, aggiunge, temono che il dialogo interreligioso possa deviare dalla dottrina cattolica, il contatto con altre religioni al contrario “è un invito a rendere più forte la nostra fede”.
In Vietnam vi sono due diversi ordini di musulmani, i vecchi e i nuovi, per un totale di 64mila fedeli in tutto il Paese. Nella sola Ho Chi Minh City sono 4.850, suddivisi in 16 comunità e guidati da 69 rappresentanti locali. Dopo la tragedia dell’11 settembre 2001, essi sono stati vittime di ostracismo e discriminazione da gran parte della popolazione.
L’arcidiocesi di Ho Chi Minh City è stata la prima ad avviare il dialogo interreligioso con i musulmani: incontri, visite di cortesia, momenti di scambio culturale, sotto l’egida della Commissione cattolica. Un progetto che la Chiesa intende sviluppare in tutte le diocesi del Vietnam, per contribuire alla crescita del Paese. Tanto che nella lettera pastorale del 2010 ai fedeli, l’Assemblea del popolo di Dio, i leader cristiani spiegano che “il dialogo è al servizio della salvezza di Dio, un tentativo di comprensione reciproca e al servizio della vera felicità dell’uomo”.
Un sacerdote di Saigon spiega che “attraverso il contatto e il dialogo con buddisti, musulmani, protestanti, fedeli Cao Đài e Bahai’i, le persone possono trarre beneficio” per la propria vita e nel rapporto con gli altri, all’interno della comunità. Anche se alcuni fedeli, aggiunge, temono che il dialogo interreligioso possa deviare dalla dottrina cattolica, il contatto con altre religioni al contrario “è un invito a rendere più forte la nostra fede”.
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