31/07/2008, 00.00
NEPAL
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Dopo la morte di p. Prakash, minacce ed estorsioni a cattolici nepalesi

di Kalpit Parajuli
I criminali annunciano nuovi attacchi contro i fedeli e le istituzioni religiose. Si sospettano fondamentalisti indù. Il vicario apostolico si rivolge al Ministro dell’interno per avere maggiore “protezione e sicurezza” per tutta la comunità cristiana.

Kathmandu (AsiaNews) – Minacce di sequestri, attacchi bomba, nuovi omicidi e richieste di denaro. La Chiesta cattolica nepalese è finita nel mirino di un gruppo non meglio identificato di criminali, che potrebbe essere coinvolto nell’assassinio di p. John Prakash, il prete salesiano ucciso lo scorso primo luglio a Sirsiya (distretto di Morang), nella parte est del Paese. I malviventi hanno minacciato lavoratori e istituti cattolici, utilizzando anche numeri telefonici e contatti inseriti all’interno del telefono cellulare che è stato rubato a p. Prakash la notte in cui è stato ammazzato.

Le reiterate minacce registrate nell’ultima settimana hanno spinto mons. Anthony Sharma, vicario apostolico per il Nepal (anch’egli oggetto di intimidazioni), a scrivere una lettera al Ministro degli interni in cui si chiede maggiore tutela verso la comunità cristiana. “Le minacce di questi giorni – sottolinea il prelato – sono fonte di serie preoccupazioni per i cattolici nepalesi e sono un segno evidente del crescente senso di insicurezza che si avverte, in particolare per i cristiani”. Egli conferma di aver “allertato il Governo, ma nulla è stato fatto a garanzia della nostra incolumità”. Non esclude nemmeno la possibilità di “chiudere scuole cattoliche e di bloccare gli enti assistenziali e caritativi”, pur ribadendo che “la decisione verrà presa attraverso una riunione collegiale”.

In un’intervista rilasciata ad AsiaNews Modraj Dotel, portavoce del Ministro dell’interno, dice che “il Governo è consapevole della minaccia e ha provveduto a informare i servizi di sicurezza”. “L’esecutivo – sottolinea  il portavoce – ha affidato a un reparto speciale della security il compito di proteggere le istituzioni cattoliche” e i luoghi di culto, mentre gli investigatori hanno aperto un’indagine per trovare i colpevoli.

P. Pius Perumana, superiore del centro pastorale St. John a Godawari, 15 km a sud-ovest della capitale, conferma di aver ricevuto telefonate nelle quali una voce anonima diceva di essere “contro i musulmani”. Alcuni leader cattolici, fra cui Binod Gurung, presidente della Nepal Catholic Society, non escludono che “le intimidazioni possano essere opera di fondamentalisti indù, che già in passato hanno attaccato gruppi di lavoratori cattolici”, oltre a prendere di mira altre minoranze religiose fra cui l’Islam.

In Nepal, su una popolazione di circa 25 milioni, il 75% è di fede indù, gli animisti sono il 9%, seguiti da un 8% di buddisti. I cristiani sono il 2,5% del totale (i cattolici sono 7 mila), preceduti dai musulmani con poco meno del 4%. La Chiesa cattolica del Paese ha dato vita a 30 istituti scolastici e oltre 40 associazioni che lavorano nel sociale, fra cui servizi di emergenze per gli indigenti e i bisognosi.

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