22/11/2010, 00.00
IRAQ
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Dopo gli attacchi ai cristiani di Baghdad, 40 famiglie emigrano al Nord

di Layla Yousif Rahema
Per paura di rimanere nella capitale, in molti si rifugiano a Sulaimaniya. Qui, il 20 novembre, hanno fatto loro visita l’arcivescovo di Kirkuk e la moglie del presidente iracheno Talabani.

Baghdad (AsiaNews) - Dopo l’ultimo attacco alla comunità cristiana in Iraq, un nuovo esodo di famiglie da Baghdad si sta dirigendo verso il nord del Paese. In seguito alla strage terrorista alla chiesa siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso nella capitale il 31 ottobre, le minacce di Al Qaeda di eliminare i cristiani dal Medio Oriente e le esplosioni mirate davanti a case nei quartieri abitati dai cristiani, 40 famiglie si sono trasferite a Sulaimaniya. In 30 vivono negli edifici della chiesa parrocchiale San Giuseppe e 10 sono ospitate da famiglie della zona. 

Il Concilio parrocchiale offre cibo a tutti. Il 20 novembre, l’arcivescovo cattolico di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha visitato le famiglie portando aiuto materiale e incoraggiandole a sperare "in un futuro migliore". Durante l’incontro alcune persone hanno raccontato la loro esperienza dell’attacco del 31 ottobre, in cui sono morti 44 fedeli, due preti e sette guardie della sicurezza; e hanno manifestato la loro paura di ritornare nella capitale e la loro delusione nella politica del governo.

All’incontro ha partecipato anche la moglie del presidente iracheno, il curdo Jalal Talabani, la quale ha visitato le famiglie, portando la sua solidarietà e offendo aiuto alla loro sofferenza. L’arcivescovo e il Concilio della parrocchia si sono impegnati per cercare di garantire gli studi ai ragazzi delle famiglie emigrate e un’abitazione degna per coloro che vogliano rimanere a Sulaimaniya.

A prendersi cura dei nuovi emigrati cristiani saranno il parroco e le suore caldee dell’Immacolata: con la preghiera, momenti di canto e programmi religiosi e sociali, raccontano dalla cittadina nord-irachena, cercheranno di aiutare tutti a dimenticare l’enorme trauma e l’attuale sofferenza.

 

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