Dopo Samarra, sunniti e sciiti in fuga da Baghdad
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) – Le violenze confessionali seguite al secondo attacco alla moschea d’Oro di Samarra, lo scorso 13 giugno, costringono migliaia di famiglie musulmane a Baghdad a lasciare le proprie case dietro minacce di morte. I sunniti rimasti nei quartieri sciiti della capitale hanno ricevuto un ultimatum scaduto ieri: abbandonare la zona o morire. In molti hanno scelto di partire, mentre le Ong presenti sul territorio avvertono che i campi di accoglienza allestiti per i rifugiati interni non basteranno a contenere quest’ultimo flusso migratorio. Stime non ufficiali parlano di 400 famiglie gettate in mezzo alla strada solo nell’ultima settimana.
Secondo Irin, l’agenzia d’informazione Onu, i quartieri di “Kadhimiya e Shu’ala sono i più colpiti, con dozzine di sunniti uccisi nelle loro stesse abitazioni” dopo l’attacco al luogo santo dell’islam sciita. In risposta alle rappresaglie sciite, dopo il crollo dei minareti di Samarra, “le milizie sunnite hanno iniziato ad attaccare le case, uccidendo chiunque vi trovassero all’interno, senza risparmiare i bambini”, raccontano testimoni oculari.
Timori di un aggravamento della crisi umanitaria si registrano anche al ministero iracheno per la Migrazione, che chiede “a tutte le fazioni e le parti in causa di evitare le morti di civili innocenti e il loro dislocamento forzato, in quanto le Ong e il nostro dicastero non riescono più a sostenere la situazione”.
La mancanza di assistenza sanitaria, cibo, acqua ha indotto alcune province a chiudere le porte; i nuovi emigrati hanno difficoltà a trovare un posto dove vivere e dormono come possono, spesso sul ciglio delle strade, alle periferie di Baghdad, senza alcuna protezione.
Stessa sorte è quella che tocca ai cristiani della capitale. Dopo aver seriamente compromesso la presenza cristiana nel quartiere di Dora, la campagna di terrore dle fondamentalismo islamico si è indirizzata alle zone di Alameria e Hai-Aljameea. Si stima che a Baghdad siano mille le famiglle cristiane che hanno lasciato le loro abitazioni.