Dopo Jaranwala ancora persecuzioni a Faisalabad: pastore cristiano colpito con un'arma da fuoco
Eliezer Sidhu, responsabile di una Chiesa presbiteriana, è stato prima costretto a recitare dei versetti coranici. Dopo l'aggressione è stato portato d'urgenza in ospedale, da dove ha spiegato che i responsabili dell'attacco sono gli stessi che da settimane stanno imbrattando i muri delle chiese con scritte islamiche. I difensori dei diritti umani sostengono che questo sia uno dei momenti peggiori mai vissuti per i cristiani in Pakistan.
Faisalabad (AsiaNews) - Dopo gli attacchi di metà agosto alle chiese e ai cristiani di Jaranwala per false accuse di blasfemia, continua la persecuzione della comunità cristiana: il 3 settembre il pastore Eliezer Sidhu (Vicky), responsabile della Chiesa presbiteriana a Satyana Road è stato colpito con un’arma da fuoco mentre stava tornando a casa nella città di Rehmat Khanuana, provincia di Faisalabad. Il pastore ha spiegato che l’aggressore l’ha prima costretto a recitare alcuni versetti del Corano; quando si è rifiutato di pronunciarli, l’uomo ha sparato al braccio destro del pastore ed è fuggito dalla scena. Il pastore è sopravvissuto ma è stato portato d'urgenza in ospedale.
Mons. Indrias Rehmat, vescovo della diocesi di Faisalabad, ha parlato con il sovrintendente della polizia, chiedendo che il responsabile venga arrestato. Gli agenti hanno spiegato di aver registrato un primo rapporto informativo.
I difensori dei diritti umani hanno incontrato il pastore Vicky e la sua famiglia all’ospedale pubblico di Faisalabad, dove il pastore è attualmente ricoverato. Il pastore ha poi spiegato che gli aggressori sono gli stessi che alla fine del mese scorso hanno dipinto slogan islamici sul muro della chiesa.
Dopo gli attacchi di Jaranwala del 16 agosto, durante i quali oltre 20 chiese e oltre 800 abitazioni cristiane sono state prese d’assalto e almeno 10mila cristiani costretti a fuggire, sono continuate le false accuse di blasfemie nei confronti dei cristiani locali da parte di estremisti musulmani, che a Karachi, Sarghodha e Rawalpindi hanno imbrattato con scritte islamiche i muri dei luoghi di culto cristiani.
Attraverso azioni legali, dialoghi interreligiosi e attività di advocacy, le Chiese e diversi volontari stanno lavorando per contrastare la discriminazione nei confronti dei cristiani. La comunità di fedeli del Pakistan ha espresso grande preoccupazione per l'attuale situazione: le minacce e le false accuse di blasfemia arrivano anche sui social media, mentre alcuni fanatici religiosi lanciano messaggi accusatori anche tramite gli altoparlanti della città.
Naveed Walter, presidente dell’organizzazione Human Rights Focus Pakistan (HRFP), ha dichiarato ad AsiaNews: “Mentre chiediamo di stabilire una politica e un meccanismo per risolveregli scontri, nessuno ha preso misure forti contro gli elementi che stanno diffondendo odio verso le minoranze religiose. I fanatici religiosi sono diventati più violenti da quando la polizia ha registrato un primo rapporto informativo contro alcuni degli aggressori di Jaranwala. Anche le persone che diffondono messaggi di odio contro i cristiani dovrebbero essere incluse nella lista di coloro che hanno compiuto gli attacchi”.
Lala Robin Daniel, un noto difensore dei diritti umani di Faisalabad, ha aggiunto che i cristiani stanno affrontando uno dei momenti peggiori della loro storia in Pakistan: “Chiediamo al governo di adottare misure protettive per la sicurezza della comunità cristiana e intraprendere azioni serie per porre fine alla serie di violenze”. Molti video diventati virali sui social media inneggiano a intraprendere azioni violente contro i cristiani, ha fatto notare ancora l’attivista: “L'attacco al pastore Eliezer Sidhu e le continue minacce sono un altro esempio di persecuzione dei cristiani in Pakistan. I leader cristiani devono continuare ad alzare la voce per la nostra uguale cittadinanza e l’ottenimento di uguali diritti”.
05/02/2022 08:01
21/03/2022 10:47