Dopo 40 anni, si potrà insegnare religione ai militari siriani
Gli imam potranno tenere lezioni nelle caserme e all'Accademia militare. Il regime vuole allontanare il pericolo fondamntalista rappresentato dai Fratelli musulmani. Il vescovo Batikha ha chiesto "l'applicazione della reciprocità per i cristiani".
Damasco (AsiaNews) Gli imam potranno andare nelle caserme a parlare di religione ai militari. Il governo di Damasco ha infatti abolito il divieto posto nell'ormai lontano 1963, al momento della vittoria del partito Baath, assertore della laicità dello Stato. Da allora è anche vietato aprire le 8mila moschee al di fuori dell'orario della preghiera e usare altoparlanti rivolti verso l'esterno.
La decisione governativa sembra una risposta ai leader dei Fratelli musulmani che si sono detti convinti di poter andare al potere in Siria, nel caso di una caduta del regime di Bashar El Assad e di conseguenti libere elezioni. Sia il ministro della difesa, generale Hassan Tourkoumani, che il comandante dell'esercito, generale Ali Habib, hanno infatti parlato dell'inserimento dell'insegnamento della religione nel piano di studi dell'Accademia militare, come di una "risposta alla sete di Dio nelle caserme", ma hanno chiesto ai militari di rifiutare tutte le forme del fondamentalismo religioso, che può spezzare la convivenza e il rispetto reciproci.
Occasione dell'intervento dei due esponenti militari, una tavola rotonda sul tema: "La Siria di fronte alle sfide internazionali", organizzata a Damasco con la partecipazione del vescovo greco-melkita Isidor Batikha, ex vicario patriarcale di Damasco, che ha chiesto "l'applicazione della legge di reciprocità tra cristiani e musulmani" e del gran mufti della Siria, cheikh Ahmad Hasoun, che ha sottolineato "il ruolo fondamentale della religione nella battaglia contro il secolarismo ed il laicismo". Anche i due generali hanno indicato ai militari l'urgenza di recuperare i valori perenni della religione, perché "una società privata di Dio, entrerà in conflitto con la storia e con la società".
Il Gran mufti, Ahmad El Hassoun, ha detto ad AsiaNews che l'iniziativa è una "risposta al fondamentalismo, perché il fondamentalista e un ignorante di Dio", ed ha espresso il suo desiderio di vedere la Siria uscire dalla crisi attuale con l'Occidente".