Dopo 30 anni rinasce la Caritas in Vietnam
di Nguyen Hung
Il governo ha dato il suo consenso ai vescovi di utilizzare il nome per le loro “attività caritative e sociali”, il che permetterà un orientamento unitario a livello nazionale, diocesano e parrocchiale. No invece a Caritas internationalis.
Dong Nai (AsiaNews) – “Per la Chiesa del Vietnam si apre una nuova fase”: è positivo il giudizio di mons. Nguyen Chu Trinh, vescovo di Xuan Loc e presidente del Comitato dei vescovi vietnamiti per le attività caritatevoli e sociali sul via libero governativo alla rinascita della Caritas nazionale.
Bloccata dal giugno 1976 nelle sue attività sociali, Caritas Vietnam potrà tornare ad operare, grazie ad una decisione annunciata all’episcopato dal capo del Comitato governativo per gli affari religiosi, Nguyen The Doanh. In una lettera che porta la data del 2 luglio, egli scrive che il Comitato per gli affari religiosi “consente al Comitato episcopale di usare” il nome Caritas Vietnam e registrarne le attività sociali. Il nome “potrà essere utilizzato per le attività sociali di ogni diocesi, registrando le attività caritatevoli e sociali al Comitato popolare di ogni provincia, città o centrale”.
Ancora sbarrata, invece, la strada per Caritas internationalis, in quanto “il governo non ha ancora elaborato principi a proposito dell’apertura in Vietnam di sezioni di organizzazioni non governative (INGOs)”. “La Caritas del Vietnam – si legge ancora nella lettera di Nguyen The Doanh – è basata sulle leggi e i regolamenti del Vietnam e sotto la direzione dell’Ufficio governativo per le religioni e le attività delle associazioni religiose e dell’ufficio che guida le attività caritatevoli e sociali delle organizzazioni non governative”.
Guardando agli aspetti nazionali e internazionali – afferma mons. mons. Chu Trinh – penso che questa sia un’azione positiva del governo nei riguardi della Chiesa vietnamita. Per noi questo apre una nuova fase, da ora le attività caritative e sociali del Consiglio dei vescovi potranno essere organizzate e guidate seguendo un orientamento unitario dalla parrocchia alla diocesi e al centro invece di essere disperse come prima”.
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