Donne del nord, vittime dimenticate della guerra civile

di Melani Manel Perera

Attivisti per i diritti umani evidenziano la disparità tra la condizione femminile al sud e al nord, dove infuria il conflitto etnico. Donne sempre più depresse da crisi sociale, economica e politica non hanno più speranze nel futuro. Dal 1983, in 20mila sono rimaste vedove.

Colombo (AsiaNews) – Le donne della penisola di Jaffna, nord dello Sri Lanka, lanciano un grido d’aiuto. Vittime dimenticate della guerra civile, che insanguina il nord e l’est del Paese, chiedono di poter avere le stesse opportunità delle donne che vivono nel sud dell’isola. In occasione del lancio del libro Gender, Social values and Women for Well being of the Society a Colombo, la sezione donne del National Fisheries Solidarity (NAFSO) ha evidenziato che la loro condizione a Jaffna è la più drammatica a livello nazionale.

Qui a differenza del sud, si vive una reale crisi sociale, economica e politica. Said Geetha Lamini - segretaria amministrativa del NAFSO per le donne – racconta che a Jaffna le bambine dai 9 ai 16 anni non vanno a scuola per paura di essere rapite; nell’ultimo mese se ne sono registrate già 4 “scomparse”. “Il costo della vita – continua – è molo alto: i prezzi dei beni alimentari di prima necessità sono inaccessibili e gravano sulla vita familiare, che è gestita dalle donne; 1 kg di riso costa 1,41 dollari; uno di zucchero, 1 dollaro”. Secondo operatori umanitari nella penisola di Jaffna, le difficoltà economiche sommate all’insicurezza dovuta alla guerra hanno depresso le donne del nord, spesso vedove e senza più speranze.

Dal 2006 nella zona – secondo recenti dati – sono 100mila i profughi interni, più di 800 le persone scomparse; dal 1983, sono 20mila le donne rimaste senza marito.