Domenica delle Palme "senza paura" per i cristiani di Baghdad
Baghdad (AsiaNews/Agenzie) I cristiani iracheni hanno partecipato numerosi alla celebrazione della domenica delle Palme a Baghdad. "Non abbiamo paura", dice Mayssoun Ishoo, una cattolica siriana che, insieme a tanti altri fedeli, ha riempito ieri la chiesa di Notre-Dame de la Délivrance (Nostra Signora della Liberazione) a Baghdad, in occasione dell'inizio della settimana santa.
Notre Dame de la Délivrance è una delle 5 chiese colpite dagli attentati di agosto dello scorso anno; anche a ottobre è stata presa di mira da una bomba.
Ma ieri, per la celebrazione delle Palme, la chiesa era piena di famiglie, con molti bambini e donne. I fedeli arrivati per la funzione hanno fatto anzitutto un gesto di riverenza alla statua della Madonna situata sul piazzale della chiesa, protetta da alcuni blocchi di cemento, per scongiurare eventuali attentati suicidi.
I fedeli, in mano i rami di ulivo, hanno partecipato con grande fervore alla messa; i visi erano distesi e non si leggeva nervosismo sui loro volti: al momento della processione molti si sono sporti per toccare la croce di bronzo portata dal celebrante.
"Gli attacchi dei mesi scorsi non hanno intaccato la nostra partecipazione alle funzioni" affermano i fedeli di Notre Dame, anche se mons. Shaba Matoka, responsabile della chiesa siro-cattolica, sottolinea che "non sempre abbiamo la sicurezza che potremo vivere in pace".
Secondo mons. Matoka l'insicurezza in cui versa l'Iraq è causata da "stranieri e da iracheni non autentici": "Chi crea il disordine sono iracheni insinceri, servitori di interessi stranieri". "Tutti in Iraq" rimarca il vescovo, riferendosi alle varie comunità religiose del paese "hanno sottolineato la loro volontà di vivere insieme" in un unico stato.
Anche le recenti voci sull'introduzione della sharia, la legge islamica, nel nuovo Iraq post Saddam non inquietano la comunità cristiana irachena: "Non mi copro la testa per strada come le donne musulmane" afferma una donna, truccata con cura, che ha partecipato alla messa accompagnata da due figlie in jeans.
Nei giorni scorsi una buona notizia è giunta per i cristiani in Iraq: il politico Minas al-Yousifi, rapito a Baghdad il 28 gennaio, è stato rilasciato venerdì scorso. Il suo sequestro era stato rivendicato dalle "Brigate della vendetta irachena", che aveva chiesto un riscatto di 4 milioni di dollari e il ritiro delle truppe straniere dal paese. In seguito i rapitori erano scesi a chiedere 400 mila dollari.
In un drammatico video Yousifi aveva chiesto aiuto al papa e al re di Svezia, dove egli si era rifugiato per 20 anni durante il regime di Saddam Hussein. Yousifi, leader dell'Iraq's Christian Democrats, ha dichiarato che nessun riscatto è stato pagato per la sua liberazione. (LF)