Domani l’Afghanistan rinnova il parlamento, tra minor paura e minori speranze
Kabul (AsiaNews) – “Non c’è il clima drammatico di violenza di 5 anni fa, quando i talebani avevano promesso un bagno di sangue tra chi andava a votare. Ma nemmeno la fervida speranza, la grande attesa e desiderio di riuscire a voltare pagina che pervadeva ogni settore sociale”. Fonti di AsiaNews descrivono così il clima delle elezioni parlamentari di domani in Afghanistan, le seconde elezioni plenarie dopo la cacciata dei talebani.
La situazione rimane tesa e pericolosa. Oggi la Afghan Free and Fair Election ha detto che tra il 15 luglio e il 25 agosto ci sono state 19 morti collegate alle elezioni di domani, compreso l’assassinio di 4 candidati. Per proteggere i seggi elettorali saranno schierati 280mila poliziotti e soldati, ma 1.109 dei 6.835 seggi resteranno chiusi per ragioni di sicurezza. I talebani hanno intimato di boicottare il voto e minacciato ritorsioni. A Ghazni e altrove hanno distribuito di notte una lettera dove minacciano di “punire” chiunque voterà, oppure l’hanno fatta trovare nelle moschee. Le Nazioni Unite hanno allontanato da Kabul un terzo del loro personale operativo. Oggi la polizia ha aumentato i posti di controllo nelle grandi città, sono perlustrate le alture intorno a Kabul per evitare un attentato da lontano con razzi. Il candidato Abdul Rahman Hayat è stato rapito stamattina alle ore 7 nel distretto di Alishing (provincia di Laghman, a ovest di Kabul).
“C’è un’indicazione diffusa di non andare in giro, domani, a parte il voto, di stare a casa – conferma la nostra fonte, che per motivi di sicurezza ha chiesto l’anonimato – ma non è come nel 2005 quando i talebani avevano promesso di colpire i seggi con attentati e la paura era tanta”.Anzi, c’è chi dice che tra i 2.514 candidati (di cui 406 donne) in corsa per 249 seggi, in rappresentanza di 10,5 milioni di elettori, ci siano persino “alcuni candidati che appartengono all’ala moderata dei talebani”.
Però è minore anche l’attesa e si teme un calo di votanti, come già è successo quest’anno per la seconda elezione del presidente dello Stato rispetto alla prima.
“In giro – prosegue la fonte – la gente non parla molto di queste elezioni. Alcuni dicono che non conoscono bene i candidati e i loro programmi e che forse non voteranno. Si vota la persona, non il partito. Il voto formalmente è per il partito, ma molti non sono partiti come quelli delle democrazie stabili, sono schieramenti che in parte ricalcano ancora quelli della resistenza anti-sovietica”.
“Poi ci sono i partiti filo-governativi, che sono più organizzati. Ma i programmi di tutti i partiti sono molto simili: mandare via i soldati stranieri, l’Afghanistan farà da solo, favorire lo sviluppo economico e combattere la corruzione. C’è tanta propaganda, in giro ci sono manifesti di candidati davvero grandi e altri davvero minuscoli, secondo le diverse risorse. Ma, dopo 5 anni di governo parlamentare, nessuno si aspetta cambiamenti improvvisi e decisivi in poco tempo. Nel 2005 era diverso, ci si aspettava come di aprire un nuovo capitolo per la storia del Paese, di varcare una porta che introduceva a opportunità davvero nuove”.
“Anche perché tutti si aspettano che vinca il partito che fa riferimento al presidente Hamid Karzai, che è considerato il più forte”. Si vota solo domani. Poi si prevede l’annuncio ufficioso dei risultanti entro il 22 settembre, ma la proclamazione definitiva arriverà intorno al 31 ottobre. Le elezioni costeranno circa 150 milioni di dollari (114 milioni di euro) che saranno pagati da donatori internazionali.
“La procedura di controllo dei voti è complessa, anche per evitare brogli. Ad esempio la settimana scorsa a Ghazni è stata arrestata una persona che aveva con sé 3mila schede elettorali con voto di preferenza già compilato: in pratica, con questo numero di preferenze si può essere eletti”.
Ogni elettore verrà segnato al seggio con inchiostro indelebile sulle dita, per impedire voti “multipli”. Sono previsti circa 300mila osservatori nei seggi.
Haroun Mir, direttore del Centro dell’Afghanistan per ricerche e studi politici, dice che “non ci aspettiamo un’elezione equa e trasparente. Ma un’elezione accettabile”.
19/10/2018 14:38
14/10/2004
21/11/2018 12:51