Domani il voto di fiducia decisivo per il futuro dell’India
New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – E’ iniziato oggi nel parlamento indiano il dibattito sulla questione nucleare, che si concluderà domani con un voto di fiducia cruciale per le sorti del governo, nel quale sarà decisivo ogni singolo voto.
Il governo del premier Manmohan Singh ritiene indispensabile l’energia nucleare a fini civili, per rispondere alla crescente fame di energia e visti anche i continui aumenti del prezzo di petrolio e gas. Washington è favorevole a togliere l’embargo nucleare istituito contro New Delhi per non avere aderito al Trattato di non-proliferazione nucleare del 1970, decisione che comunque spetta all’Agenzia internazionale per l’energia atomica, con cui sono iniziati i colloqui. Ma i comunisti temono che questo porti l’India a dipendere troppo dagli Stati Uniti, con i quali ha concluso accordi per la fornitura di tecnologia e materiale nucleare, e per questo sono usciti dalla coalizione di governo, lasciandolo con solo 226 voti su 543 seggi.
Singh ha ora ricevuto il sostegno del Partito Samajwadi (39 seggi, ma almeno 7 parlamentari hanno annunciato la defezione contro il nucleare) e altri piccoli partiti regionali. In caso di sua sconfitta, saranno anticipate le elezioni generali previste per il 2009 e con probabilità sarà accantonato l’uso civile di energia nucleare. Sono passati 10 anni dall’ultimo voto di fiducia, molto rari nel Paese.
I media sottolineano l’incertezza del voto, anche perché le parti sono attive nell’allettare i parlamentari: il partito Jharkhand Mukti Morch, che ha 5 seggi, ha annunciato ieri il sostegno al governo, dopo che gli sono stati promessi posti di governo e un ottimo posto per il figlio del leader. Diversi membri di partiti di governo o indipendenti, detenuti per gravi delitti come anche l’omicidio, sono stati rilasciati per 2 giorni per partecipare al voto, mentre il Partito d’opposizione Bharatiya Janata vuole mandare aerei ambulanza per portare due suoi membri dall’ospedale (uno è ricoverato a Los Angeles) al parlamento.
Il voto arriva mentre il governo è molto contestato per l’inflazione vicina al 12% e i forti aumenti di alimenti e interessi bancari, per cui le opposizioni sono convinte di vincere le elezioni.