Domani Gilad Shalit e 477 prigionieri palestinesi tornano liberi. Polemiche in Israele
L’Alta corte di giustizia deve esaminare quattro petizioni presentate da parenti di vittime di attentati in Israele, ma è improbabile che rovesci la decisione del governo. Il presidente Peres firma la commutazione di sentenza, ma “non perdona e non dimentica”. L’accordo globale prevede la liberazione di 1027 detenuti nelle carceri israeliane
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Israele si prepara a rilasciare domani 477 prigionieri palestinesi e ad accogliere il ritorno di Gilad Shalit, il soldato israeliano-francese catturato il 25 giugno 2006 da un commando palestinese in un raid vicino al confine della striscia di Gaza. L’evento sarà seguito da oltre 2500 giornalisti, molti dei quali giunti in Israele per l’occasione. L’accordo con Hamas prevede la liberazione finale di 1027 detenuti nelle carceri israeliane, che saranno accolti, secondo notizie dell’ultima ora, da almeno tre Paesi dell’area: Turchia, Siria e Qatar, oltre a quelli che troveranno asilo nella striscia di Gaza o torneranno alle loro case in Cisgiordania. Se le difficoltà dell’ultima ora saranno superate, sarà la prima volta in 26 anni che un soldato israeliano catturato o dato per disperso in guerra tornerà vivo in patria.
L’Alta corte di giustizia israeliana dovrà decidere entro oggi su quattro petizioni presentate per ritardare o bloccare lo scambio. Secondo fonti locali è probabile che tutte e quattro le petizioni vengano respinte. La prima è stata presentata da Almagor, un’associazione che rappresenta i familiari delle vittime del terrorismo. Almagor chiede 48 ore di proroga all’esecuzione dello scambio, affermando che non c’è stato tempo di esaminare con cura la lista dei 477 prigionieri che saranno liberati domani. Ieri altre tre petizioni da parenti di vittime di episodi di terrore sono state presentate all’Alta corte. Fra i palestinesi che saranno liberati ce ne sono alcuni che hanno ricevuto condanne a vita perché giudicati colpevoli di coinvolgimento in attentati. Nella sua storia l’Alta corte non ha mai rovesciato una decisione governativa sul rilascio di prigionieri.
Il dibattito in Israele è molto forte. Oggi il presidente Shimon Peres ha dichiarato che l’accordo verrà realizzato nei tempi stabiliti. “Oggi è un giorno molto speciale. Queste sono giornate lunghe, e molto delicate. Siamo tutti molto eccitati, questo è un evento unico, con molta speranza e molta trepidazione” ha dichiarato. E’ compito del presidente Peres firmare i documenti relativi alla liberazione, e l’ufficio legale della presidenza sta lavorando ininterrottamente da ieri per preparare i dossier necessari. I prigionieri non riceveranno un “perdono” presidenziale. Le loro sentenze saranno commutate. Peres ha insistito che ogni dossier contenga una dichiarazione in cui è detto che il Presidente "non perdona e non dimentica", ma che la sentenza è stata modificata per una ragione specifica. I documenti di rilascio non saranno consegnati ai prigionieri fino a quando non sia noto che Gilad Shalit non è più a Gaza.
L’Alta corte di giustizia israeliana dovrà decidere entro oggi su quattro petizioni presentate per ritardare o bloccare lo scambio. Secondo fonti locali è probabile che tutte e quattro le petizioni vengano respinte. La prima è stata presentata da Almagor, un’associazione che rappresenta i familiari delle vittime del terrorismo. Almagor chiede 48 ore di proroga all’esecuzione dello scambio, affermando che non c’è stato tempo di esaminare con cura la lista dei 477 prigionieri che saranno liberati domani. Ieri altre tre petizioni da parenti di vittime di episodi di terrore sono state presentate all’Alta corte. Fra i palestinesi che saranno liberati ce ne sono alcuni che hanno ricevuto condanne a vita perché giudicati colpevoli di coinvolgimento in attentati. Nella sua storia l’Alta corte non ha mai rovesciato una decisione governativa sul rilascio di prigionieri.
Il dibattito in Israele è molto forte. Oggi il presidente Shimon Peres ha dichiarato che l’accordo verrà realizzato nei tempi stabiliti. “Oggi è un giorno molto speciale. Queste sono giornate lunghe, e molto delicate. Siamo tutti molto eccitati, questo è un evento unico, con molta speranza e molta trepidazione” ha dichiarato. E’ compito del presidente Peres firmare i documenti relativi alla liberazione, e l’ufficio legale della presidenza sta lavorando ininterrottamente da ieri per preparare i dossier necessari. I prigionieri non riceveranno un “perdono” presidenziale. Le loro sentenze saranno commutate. Peres ha insistito che ogni dossier contenga una dichiarazione in cui è detto che il Presidente "non perdona e non dimentica", ma che la sentenza è stata modificata per una ragione specifica. I documenti di rilascio non saranno consegnati ai prigionieri fino a quando non sia noto che Gilad Shalit non è più a Gaza.
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