16/04/2007, 00.00
CAMBOGIA
Invia ad un amico

Ditte straniere e autorità rubano la terra ai contadini per costruire casinò

Imprese di Giappone, Corea del Sud, Thailandia e Cina acquistano diritti di sfruttamento dei terreni agricoli, per coltivarli a latifondo o costruirci casinò. I contadini sono cacciati grazie a cavilli legali e ricevono minimi indennizzi per la perdita di casa e terreno: “Peggio che con gli Khmer Rossi”.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Grandi ditte estere e locali tolgono la terra a migliaia di famiglie cambogiane, con la complicità dei pubblici funzionari. Le coltivano per esportare i prodotti, oppure vi costruiscono casinò.

Da oltre 10 anni i grandi gruppi di Paesi donatori quali Giappone, Corea del Sud e Malaysia danno alte cifre alla Cambogia e costruiscono strade e ponti, ma in compenso ricevono diritti di sfruttamento su migliaia di ettari di terreno. Ci piantano ananas, zucchero e altri prodotti che poi portano nel loro Paese. Fonti di AsiaNews riferiscono che a nord nella zona di confine con la Thailandia sono attivi gruppi di Thailandia e Cina che pure fanno grandi donazioni e costruiscono opere pubbliche e ricevono terra per realizzarci casinò, che spuntano numerosi.

I contadini non possono provare la proprietà della terra, perché non esistono documenti catastali. Negli anni '70 i Khmer Rossi hanno abolito la proprietà privata e creato fattorie collettive. Caduto il regime, durante il quale è morto almeno un quarto della popolazione, i 6 milioni di superstiti hanno avuto terra in abbondanza. Ma la popolazione è ora cresciuta a 13 milioni e il valore della terra è molto cresciuto. Secondo una legge del 2001, chi usa la terra per almeno 5 anni senza che nessuno la richieda ne acquisisce la proprietà. Ma i contadini non possono sostenere i costi e i tempi lunghi per far riconoscere il loro diritto, molti nemmeno conoscono questa legge. Per cui lo Stato può dare in concessione la terra che non è di nessuno. Poi le grandi ditte cacciano chi le coltiva o persino ci abita, offrendo indennizzi minimi.

Nel distretto di Sre Ambel, nella meridionale provincia di Koh Kong, la ditta leader Koh Kong Sugar Industry nel 2006 ha avuto una concessione pubblica di 9.700 ettari di terra e ha cacciato via i contadini con l’aiuto della polizia. Ha delimitato i terreni con un fossato, spianato le coltivazioni con bulldozer protetti dalla polizia e creato piantagioni di zucchero. Nel solo villaggio di Trapeang Kandol ha cacciato via più di 50 famiglie che, oltre al riso di cui si nutrono, coltivavano cocomeri, mais e altre merci di pregio per venderle ai vicini centri turistici balneari con buoni guadagni. La ditta, che si dice appartenga al parlamentare Ly Yong Phat, ha offerto un indennizzo di 50 dollari per ettaro, ma i legali dei contadini che hanno fatto ricorso al tribunale, dicono che il prezzo di mercato è di 500-1.000 dollari per ettaro. Intere famiglie sono rimaste senza sostentamento. Quando i contadini si sono opposti la polizia militare ha sparato contro i dimostranti, ferendone diversi. Una petizione al Parlamento non ha dato alcun esito.

Licadho, una ong per la tutela dei diritti, afferma che nel 2006 ha ricevuto denunce di circa 115 casi di simili espropri forzati e che quando i contadini protestano le compagnie rispondono con la violenza.

Non risulta che i governi locali facciano qualcosa. Il premier Hun Sen a febbraio ha detto che questo furto di terre “crea una seria minaccia alla stabilità sociale e politica della Cambogia” e ha promesso la punizione per i pubblici funzionari che la permettono. Ma analisti dicono che l’intervento sia stato solo formale e che il governo è intervenuto in pochissimi casi. Dal 1992 circa 1 milione di ettari di terreno coltivabile è stato concesso a sole 57 ditte.

Molti contadini dicono che ora è peggio di quando c’erano gli Khmer Rossi. “Allora – ricordano – loro dicevano che ogni cosa è di tutti e provvedevano per darci cibo da mangiare. Ora ci tolgono la terra senza darci nulla”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Pechino ammette: un milione di acquisizioni illegali di terreni
08/06/2006
Allarme siccità in Cambogia. Il governo: Non piantate il riso
12/03/2019 12:23
Yunnan: scontri tra polizia e migliaia di contadini espropriati senza indennizzo
31/03/2011
La “lotta quotidiana” per la terra, in Cina
23/07/2009
Non si fermano gli espropri di terre: esplode la protesta
09/05/2007


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”