Ditte occidentali aiutano Pechino nella censura web
Pechino (AsiaNews) La chiusura della Cina verso il mondo esterno si manifesta anche per quanto riguarda il mondo del web. Il governo ha attuato un vero e proprio pugno di ferro istituendo una speciale squadra di polizia per Internet per esercitare il suo potere censore sul media. Al fine di rendere più rigido il controllo dei contenuti pubblicati sul web sono anche state emesse norme più severe per le società che gestiscono gli indirizzi internet; sul sito del Ministero dell'Industria dell'Informazione si legge che le compagnie "devono avere meccanismi di filtro rigidi ed efficaci per eliminare nomi di domini offensivi, cosa che dovrebbe essere fatta una volta al giorno". Circa 30 mila persone sono impiegate giornalmente per svolgere il lavoro di monitoraggio e censura di "temi pornografici e politici" nel web.
Denunce in tal senso arrivano anche dall'organizzazione Giornalisti Senza Frontiere (RSF) i quali affermano che, alcune aziende, provenienti da paesi quali America, Europa, Giappone e Sud Corea, pur di commerciare con il colosso cinese, lo aiutano nell'attività di spionaggio sulle attività del web. In particolare l'RSF rivela che la Cisco System fornirebbe programmi di spionaggio on-line e Yahoo! avrebbe acconsentito a favorire la censura in cambio della sua penetrazione nel mercato cinese. La Samsung sud coreana e la Intel affermano semplicemente di vendere i propri prodotti.
Il Governo ha già chiuso centinaia di siti, sia provenienti dall'Occidente, sia blog (diari on-line), attraverso cui filtrano gli echi di un'opinione pubblica da sempre impossibilitata a parlare. L'RSF denuncia che attualmente sono agli arresti 46 persone accusate di aver pubblicato su siti internet notizie indipendenti o solo per aver criticato on-line il governo. La Cina è il primo stato al mondo ad aver creato i "cyber-prigionieri". Essa, comunque, rappresenta il secondo paese al mondo, dopo gli stati Uniti, per numero di utenti Internet. Il Centro Informazioni sulla Rete Internet in Cina, pubblicando in luglio le stime sul numero di utenti della rete, ha evidenziato un tasso di crescita del 48,5% rispetto allo scorso anno.In totale si raggiungono così i 68 milioni di connessioni e si prevede che, per la fine del 2003, la Cina raggiungerà i 78 milioni di utenti. Il 56% degli internauti cinesi ha meno di 25 anni. (S.F.)
12/12/2003