Dissidente birmano: i militari, vero ostacolo per la pace fra governo e Kachin
Yangon (AsiaNews) - Tra l'esercito birmano e il governo centrale "vi è un approccio del tutto diverso" al conflitto con la minoranza etnica Kachin, con il primo impegnato in "colloqui di pace" con gli esponenti della milizia, mentre i secondi "fanno tutto il contrario". È quanto sottolinea ad AsiaNews Aye Chan Naing, direttore del sito dissidente Democratic Voice of Burma (Dvb), fondato da birmani della diaspora e vicino all'opposizione democratica. Tra le maggiori personalità della dissidenza, egli guida un network con base a Oslo, in Norvegia, che ha più volte testimoniato le violenze della dittatura militare contro la popolazione civile e i monaci buddisti. Nel raccontare la sanguinosa guerra nello Stato settentrionale, al confine con la Cina, egli ricorda quanto affermato di recente da uno dei principali negoziatori inviati da Naypyidaw: "Entrambi i fronti - milizie etniche ed esercito - non hanno alcuna intenzione di ascoltarci".
Il prossimo 20 febbraio a Chiang Mai, in Thailandia, è previsto un nuovo incontro fra governo birmano e delegazioni di gruppi etnici, fra i quali i Kachin. Al centro dei colloqui vi sarà proprio un possibile cessate il fuoco nello Stato settentrionale, oltre che il tentativo di gettare le basi per un dialogo politico a più ampio respiro con le minoranze del Paese. Nel frattempo anche la leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi ha dato la propria disponibilità a partecipare alle trattative di pace. La premio Nobel ha inoltre chiesto il sostegno degli alti ufficiali dell'esercito - tuttora il potere forte della nazione, dopo decenni di dittatura militare - per una modifica alla Costituzione, che le permetta di ambire alla carica di presidente del Myanmar alle elezioni del 2015.
In un quadro politico di grande fermento, il direttore di Dvb (nella foto) si dice "ottimista per il futuro della Birmania" perché pur non essendo "felici delle modalità del cambiamento" e della "presenza ancora attuale dei militari", la situazione è "di gran lunga migliore". Emerge un'atmosfera di "speranza" e "vi è una possibilità di lavorare" per un futuro migliore. Aye Chan Naing è convinto che la leader della Lega nazionale per la democrazia (Nld) possa usare "la sua enorme influenza" sul piano "nazionale e internazionale" per "allentare la tensione in modo più deciso" nello Stato Kachin. Tuttavia, oggi Aung San Suu Kyi deve far fronte a una serie di "limiti" che derivano dal nuovo ruolo istituzionale e ogni passo per il cambiamento "deve compierlo all'interno del Parlamento".
L'ingresso nella vita politica attiva è anche frutto degli avvenimenti registrati negli ultimi due anni nel Paese, che ha aperto sempre di più le porte all'Occidente pur cercando di salvaguardare il rapporto privilegiato con Pechino, ancora oggi il principale partner commerciale. "La popolazione birmana - sottolinea il direttore Dvb - è in generale più vicina agli Stati Uniti, che hanno dato il loro contributo, sostenendo il movimento democratico". L'auspicio è che Washington possa "bilanciare l'influenza della Cina" nel Paese.
Aye Chan Naing esprime cauto ottimismo anche in tema di economia, avvertendo che "ci vorrà del tempo" prima di poter diventare "la prossima tigre asiatica". Vi sono settori che hanno registrato una crescita vigorosa, come "le telecomunicazioni, l'energia, risorse naturali, turismo e industria dei media". Tuttavia, non basta l'enorme mole di denaro "riversata dalla comunità internazionale" per "risollevare la Birmania dalla povertà e farla diventare la prossima tigre asiatica in breve tempo, per la mancanza di infrastrutture, per l'istruzione carente, il gap nel settore sanitario e decenni di cattiva gestione" delle giunte militari al potere.
31/08/2016 08:56
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