Disordini in Balochistan minacciano il gasdotto Turkmenistan-India
Imminenti i lavori per portare ogni anno 30 miliardi di metri cubi di gas turkmeno all'India. Ma la rivolta locale in Pakistan e il ritorno dei Talebani in Afghanistan possono compromettere l'opera.
Islamabad (AsiaNews/Agenzie) Le recenti violenze in Pakistan, con migliaia di manifestanti che hanno protestato contro l'uccisione di un leader tribale in Balochistan da parte dell'esercito, rischiano di compromettere l'ambizioso progetto di un gasdotto che dal Turkmenistan raggiunge l'India, attraverso Afghanistan e Pakistan.
Il 29 agosto oltre 10 mila persone, riunite per commemorare il leader Nawab Akbar Bugti, hanno dato vita ad una protesta di piazza, sfociata in disordini. Bugti, ex governatore del Balochistan e impegnato per una maggiore autonomia di questa provincia, è stato ucciso il 26 agosto durante un attacco dell'esercito pakistano contro il suo rifugio.
Il Balochistan ha 6 milioni di abitanti e le maggiori ricchezze minerarie del Paese. Per la provincia deve passare il gasdotto di 2 mila km. che porterà ogni anno 30 miliadi di metri cubi di gas dai giacimenti di Dauletabad, nel Turkmenistan meridionale, all'India. Il tracciato passa per l'Afghanistan occidentale. La possibile via alternativa, per il Pakistan nord occidentale, è considerata troppo pericolosa perché attraverserebbe il sud dell'Afghanistan, dove forte è la presenza militare dei Talebani.
La scorsa settimana Kabul ha dichiarato che il progetto è prossimo all'approvazione finale da parte della Banca asiatica per lo sviluppo, che deve finanziare gran parte dell'opera da realizzare in tre anni. Il costo è di 3,5 miliardi di dollari Usa. Hamid Karzai, presidente afgano, prevede che il gasdotto frutterà al suo Paese tra 100 e 300 milioni di dollari annui solo in dazi doganali e creerà migliaia di posti lavoro. Afghanistan, Turkmenistan e Pakistan hanno sottoscritto un protocollo sul gasdotto sin dal 9 dicembre 2003, ma l'opera è diventata fattibile solo quest'anno, dopo che anche l'India ha dato la sua adesione. Per coprire, infatti, i costi di costruzione e gestione occorre assicurare il massimo sfruttamento del gasdotto e l'India è affamata d'energia.
Anche Gurbanmyrat Ataev, ministro turkmeno per Petrolio, gas e risorse naturali, considera il gasdotto una "via" prioritaria per il trasporto del gas. Lo Stato ha riserve di idrocarburi stimate in 45,44 miliardi di tonnellate di petrolio.
In Balochistan dal 2004 si combatte tra l'esercito pakistano e i separatisti. Gli attentati dei ribelli hanno spesso come obiettivo gli impianti per il gas. (PB)