Diminuiscono i terreni agricoli e Seoul affitta campi e coltivazioni all’estero
di Theresa Kim Hwa-young
In 30 anni la terra destinata alle coltivazioni si è quasi dimezzata. Le campagne si spopolano, la popolazione rurale invecchia e nascono nuovi problemi sociali. Aumenta dell’immigrazione dai vicini Paesi asiatici e crescono le “famiglie multiculturali”.
Seoul (AsiaNews) - In Corea del Sud l’urbanizzazione massiccia erode anno dopo anno le aree agricole, tanto che per la sicurezza alimentare si pensa di affittare terreni e coltivazioni all'estero
I terreni destinati alla coltivazione sono oggi ridotti a 1.759 milioni di ettari, contro i 2.196 milioni degli anni ’80. Il Ministero per l’alimentazione e l’agricoltura afferma che si tratta di un tendenza ormai costante che a partire dagli anni ’70 ha portato ad una continua diminuzione delle aree agricole.
Trent’anni fa il Paese poteva contare su poco meno di 3 ettari di terra pro-capite destinati alla coltivazione. Nel 2008 la cifra si è quasi dimezzata arrivando a toccare il suo minimo storico: 1,48 ettari.
Colpa dell’urbanizzazione massiccia che non sembra destinata a fermarsi. Un funzionario del Ministero afferma che "di recente abbiamo messo in atto parecchi progetti di sviluppo molto imponenti: Città dell’innovazione, Città amministrative multifunzionali e nuove aree urbane. Questo ha generato una ulteriore riduzione della terra disponibile per l’agricoltura negli ultimi due-tre anni”.
Per contrastare l’erosione degli spazi destinati alle coltivazioni e garantire margini di sicurezza alimentare al Paese, alcune aziende agricole sudcoreane hanno iniziato ad affittare vasti appezzamenti di terreno in territorio straniero. È il caso della Jeonnam Feedstock che in luglio ha raggiunto un accordo con le Filippine per lo sfruttamento in un periodo lungo 25 anni di oltre 92 mila ettari nella provincia del Mindoro orientale destinati alla produzione di grano.
L’affitto di terreni in altri Paesi da utilizzare per la coltivazioni di riso, frutta e verdura destinati al consumo sudcoreano è un fenomeno ormai diffuso tant’è che le aziende agricole di Seoul possono vantare appezzamenti anche in Cambogia, Indonesia, Mongolia e Russia.
La diminuzione dei terreni coltivabili, oltre alle ricadute economiche sta portando con sé anche nuovi problemi sociali. Gli abitanti delle aree agricole diventano sempre più anziani perché i giovani lasciano le campagne per le città andando ad aumentare la popolazione urbana che rappresenta ormai più dell’80% dei quasi 49milioni di abitanti del Paese.
Altri indicatori sociali rivelano che l’esodo verso le città sta causando anche l’aumento di matrimoni misti nelle campagne: uomini sudcoreani sposano donne provenienti da altri Paesi asiatici come Vietnam e Cambogia. Il fenomeno delle cosiddette “famiglie multiculturali” crea problemi legati soprattutto all’educazione delle giovani generazioni e alla nascita di barriere linguistiche e culturali da cui derivano fenomeni di discriminazione razziale ed esclusione sociale.
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