Dili: più di mille sfilano contro il premier
I manifestanti, arrivati a bordo di autobus e motociclette, chiedono le dimissioni di Alkatiri e minacciano di boicottare ogni iniziativa del Parlamento, finché non verranno ascoltati.
Dili (AsiaNews) Sono più di 1000 i manifestanti arrivati oggi a Dili per chiedere le dimissioni del premier, che continua a non voler cedere. Secondo fonti locali provengono tutti dalla parte ovest dell'isola, la stessa di cui sono originari i 600 soldati che ad aprile il contestato primo ministro Mari Alkatiri aveva deciso di licenziare, dando il via ai disordini ancora in corso.
I dimostranti sono arrivati su motociclette, autobus e camion; alla periferia della capitale sono stati fermati dalle truppe malaysiane, che partecipano alla forza internazionale intervenuta per riportare la sicurezza sull'isola. Dopo un'ora di trattative il corteo ha ottenuto il permesso di sfilare attraverso la città, scortato dai militari stranieri.
Il lungo corteo gridava slogan come "Abbasso Alkatiri", sventolando striscioni contro il primo ministro. Dopo aver raggiunto gli uffici governativi, il leader della manifestazione, Augusto Araujo Taro, ha incontrato il presidente timorese Xanana Gusmao per sottoporgli le richieste dei dimostranti. Questi hanno minacciato di boicottare ogni iniziativa del Parlamento finché Alkatiri non lascerà l'incarico.
Nonostante le forti pressioni dalla popolazione, da membri del suo governo e anche dall'influente Chiesa locale il premier, ritenuto responsabile della crisi, continua a non arrendersi. Egli definisce i disordini in corso un complotto organizzato dai suoi oppositori per far cadere il governo. La settimana scorsa una dichiarazione del premier indicava nell'Indonesia uno degli attori della cospirazione a suo danno; dopo le critiche arrivate da Jakarta, Alkatiri ha subito smentito. Il capo di Stato indonesiano ha ribadito che la crisi a Timor Est è una questione interna al Paese.
A causa delle violenze nell'ex colonia portoghese, nell'ultimo mese, almeno 30 persone sono morte e circa 100 mila residenti sono fuggiti dalle loro case. Secondo funzionari dell'Onu, gli sfollati sono raccolti in circa 50 campi profughi improvvisati, quasi tutti a Dili e nelle vicinanze.
Questa settimana, l'inviato speciale Onu a Timor Est, Ian Martin, riferirà al Consiglio di Sicurezza sulla situazione nel giovane Stato. In seguito le Nazioni Unite decideranno che tipo di intervento intraprendere.