Dili, ancora violenze: case date alle fiamme, truppe straniere in assetto da guerra
Dopo la tregua di ieri, oggi nella capitale bande armate attaccano e bruciano le abitazioni. L'Onu evacua il personale "non essenziale".
Dili (AsiaNews/Agenzie) Sono ripresi gli scontri a Timor Est. A Dili, teatro dei disordini, donne e bambini sono in fuga, dopo che uomini di milizie civili hanno iniziato a dare fuoco alle case. Intanto le truppe straniere, che continuano ad arrivare sull'isola, tentano di calmare le violenze tra soldati lealisti e ribelli in corso ormai da quattro giorni.
Bande armate di machete, coltelli e spade hanno attaccato stamattina il quartiere Villa Verde nella zona meridionale della capitale, danneggiando le abitazioni per poi darle alle fiamme. Testimoni raccontano di sentire ancora colpi d'arma da fuoco intorno. Non si ha notizia di morti o feriti, ma si vedono ambulanze lasciare la zona degli incidenti a sirene dispiegate. A Villa Verde sono arrivati carri armati australiani nel tentativo di riportare l'ordine. Da ieri, per volere del governo di Timor Est, la sicurezza della capitale è in mano all'esercito australiano. Le Nazioni Unite, intanto, hanno annunciato l'evacuazione del loro personale "non essenziale" dal Paese. Numerose sono le persone che cercano di raggiungere l'aeroporto per fuggire o chiedono asilo in ambasciate e chiese.
All'origine delle violenze la spaccatura all'interno dell'esercito che ha messo in discussione la già precaria stabilità del Paese. A marzo 600 soldati, un terzo delle forze militari della piccola nazione, hanno scioperato per chiedere migliori condizioni di lavoro e per protestare contro discriminazioni su base etnica. Dopo circa un mese in cui non si sono presentati in caserma, il governo ha deciso di licenziarli in massa. La situazione è precipitata il 28 aprile, quando i 600 hanno scatenato disordini a Dili in cui 5 persone sono morte e diversi edifici distrutti. Almeno 20 mila persone hanno lasciato la città per rifugiarsi dai parenti in campagna.