Difficoltà per Hariri già al momento della prima foto ufficiale del nuovo governo libanese
Nella maggioranza apertamente scontenta la Falange, che ha minacciato di non entrare nell’esecutivo. Hezbollah avverte di “non toccare” l’articolo del precedente gabinetto che riguardava le sue armi. Ma l’inviato dell’Onu ricorda la risoluzione 1701 che chiede il disarmo delle milizie.
Beirut (AsiaNews) - Con la foto protocollare di oggi, entra in carica il nuovo governo libanese, concretizzato da Saad Hariri dopo una crisi durata 135 giorni. Il vincitore delle elezioni del 7 giugno è formalmente riuscito a formare quel governo di unità nazionale del quale tutti sostenevano e sostengono la necessità, secondo la formula 15+10+5, che vede 15 ministri scelti dalla maggioranza, 10 dall’opposizione e 5 - compresi quelli chiave degli Interni e della Difesa - dal presidente della Repubblica Michel Sleiman (a sinistra nella foto, insieme a Hariri), che in tal modo si conferma il vero ago della bilancia della politica libanese.
“Questo governo – ha dichiarato il nuovo premier – è l’immagine del Libano attuale. Agli occhi di alcuni può apparire come il riflesso dei nostri contrasti confessionali e politici, ma noi dobbiamo provare al mondo intero che è, agli occhi dei libanesi, la vera immagine dell’accordo nazionale”.
A conferma delle difficoltà che hanno accompagnato la formazione dell’esecutivo, ancora ieri sera Hariri e lo stesso Sleiman sono dovuti intervenire per frenare l’ira di Amin Gemayel. Il leader della Falange – che fa parte della maggioranza - è arrivato a parlare di rinuncia del suo gruppo a far parte del governo, dal momento che si è visto dare il Ministero degli affari sociali al posto di quello richiesto dell’Educazione. An Nahar parla, in proposito di telefonate notturne e di una visita riparatrice al quartier generale del Partito, che dovrebbe avvenire oggi. Ma ancora stamattina è in corso una riunione del vertice del partito.
Un altro ostacolo interno alla maggioranza è venuto da Michel Pharaon, che aspirava all’Informazione e ha avuto gli Affari parlamentari.
Superati questi scogli, la nave del nuovo governo non è uscita dalle acque tormentate. Nella prassi politica libanese ha grande importanza la “dichiarazione ministeriale”, ossia il programma di governo, sul quale i parlamentari votano la fiducia. Tra questi, come sottolineato da Al Manar, la televisione di Hezbollah, ci sono il ruolo dello stesso Partito di Dio e le sue armi. “In proposito - ha sostenuto Al Manar, che parla di “relativo happy end” - è stato concordato che l’articolo che li riguarda non sarà toccato, malgrado pochi deputati del 14 Marzo (la maggioranza, ndr) abbiano dichiarato di avere riserve particolari su questo articolo”.
Delle armi di Hezbollah ha parlato anche il coordinatore speciale dell’Onu per il Libano, Michael Williams, che, fatte le proprie congratulazioni a Hariri, ha espresso l’auspicio della piena e completa applicazione della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, che prevede il disarmo delle milizie, compresa Hezbollah, l’unica ad avere ancora armi. (PD)
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