Diaoyu/Senkaku, Tokyo e Pechino tornano al tavolo dei negoziati
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Un gruppo di alti rappresentanti del governo cinese ha incontrato a Shanghai una delegazione di diplomatici nipponici per "discutere della disputa in corso nel Mar cinese orientale". Il riferimento è all'arcipelago che Pechino chiama "Diaoyu" e Tokyo "Senkaku", al centro di uno scontro che dalla diplomazia è passato alla provocazione militare. Entrambi i governi rivendicano infatti la sovranità sul gruppo di isole, e dallo scorso agosto un'escalation di tensione ha portato sull'orlo della rottura i rapporti bilaterali.
L'incontro è stato confermato oggi dal governo giapponese, che ha sottolineato la "volontà di mantenere aperto un canale di dialogo nonostante il rapido deterioramento dei rapporti". Osamu Fujimura, Segretario di gabinetto del Sol Levante, ha aggiunto che a rappresentare gli interessi giapponesi è stato il vice ministro degli Esteri Chikao Kawai, che ha incontrato in segreto la propria controparte Zhang Zhijun la scorsa settimana.
Alla stampa, Osamu Fujimura, Segretario di gabinetto del Sol Levante ha detto: "L'incontro dimostra che le comunicazioni fra Cina e Giappone continuano in varie forme e a vari livelli. Dimostra solo che vogliamo mantenerci in contatto". Dopo l'aumento delle violenze anti-nipponiche in Cina, consentite dal governo di Pechino che vi ha visto un buon modo per distrarre la popolazione dal prossimo Congresso comunista, diverse fabbriche nipponiche sono state costrette a chiudere.
Questo ha creato uno sbilanciamento della bilancia commerciale bilaterale che ha preoccupato persino il Fondo monetario internazionale: il direttore generale dell'organismo, Christine Lagarde, ha invitato Tokyo e Pechino a "risolvere il prima possibile la questione, dato che l'economia mondiale non si può permettere un blocco dei commerci asiatici".
Non è chiaro il valore delle isole contese. Si pensa che esse abbiano anzitutto un valore strategico, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta. Da circa due settimane, le Marine militari di entrambi i Paesi sono sul posto per "operazioni di controllo".