Di fronte agli attacchi alla vita servono coscienze rette e mobilitazione anche politica
Città del Vaticano (AsiaNews) - Di fronte al moltiplicarsi di atteggiamenti culturali e sociali che toccano il diritto alla vita, la coscienza cristiana deve sentire di dover affrontare tali problemi alla luce della ragione illuminata dalla fede, e serve anche una “mobilitazione a favore della vita”, che “si deve estendere anche a livello politico”. E’ dedicata alla “Coscienza cristiana a sostegno del diritto alla vita”, la dichiarazione finale della XIII assemblea della Pontificia accademia per la vita, che si è tenuta il 23 e 24 febbraio scorsi, resa pubblica oggi.
L’esigenza di continua formazione ed approfondimento della coscienza, necessaria per “realizzare il bene della verità”, è oggi “del tutto evidente di fronte all'emergenza di tante problematiche culturali e sociali che toccano il diritto alla vita nell'ambito della famiglia, nell'assunzione dei compiti propri dell'essere coniugi e genitori, nelle professioni sanitarie e nei compiti politici. In maniera sempre più necessaria ed urgente – prosegue il documento - la coscienza cristiana, assumendo gli autentici valori umani, a cominciare da quello fondamentale del rispetto della vita, nella sua esistenza fisica e nella sua dignità, ha il compito di considerare tali problemi, alla luce della ragione illuminata dalla fede, nell'elaborazione dei giudizi sul valore morale dei propri atti”.
Nel mondo di oggi, inoltre, accanto ad un contesto culturale fatto spesso di perdita di fede e “tendenza a rifugiarsi in forme di razionalismo estremo”, ci sono le leggi e le sentenze dei tribunali che “in misura crescente e sotto una forte pressione di gruppi coalizzati e influenti, hanno aperto e stanno aprendo la breccia rovinosa delle depenalizzazioni: si prevedono eccezioni al diritto individuale alla vita, si vanno legittimando sempre più diversi attentati contro la vita umana, finendo di fatto per disconoscere che la vita è il fondamento di ogni altro diritto della persona, e che il rispetto dovuto alla dignità di ogni essere umano è il fondamento della libertà e della responsabilità”.
La dichiarazione, in proposito, “banco di prova” delle esigenze della coscienza il campo sanitario, ma anche politico. “Di fronte al dovere di proteggere la vita umana e di fronte al rischio di trovarsi in situazioni di cooperazione al male nell'applicazione dei doveri professionali”, “acquista maggiore rilievo l'esercizio doveroso, di una ‘coraggiosa obiezione di coscienza’ ”.
Ma, allo stesso tempo, va anche messo in rilievo come il ricorso all'obiezione di coscienza avvenga, oggi, in un contesto culturale di tolleranza ideologica, che talvolta, paradossalmente, tende a non favorire l'accettazione dell'esercizio di questo diritto, in quanto elemento ‘destabilizzante’ del quietismo delle coscienze”.
“Sempre più opportuna – conclude il documento - appare una mobilitazione di tutti coloro che hanno a cuore la tutela della vita umana, una mobilitazione che si deve estendere anche a livello politico: è un'esigenza imprescindibile della giustizia il rispetto del principio di uguaglianza, che esige di onorare e proteggere i diritti di tutti, specialmente nel caso dei soggetti più fragili ed indifesi”.
28/10/2019 16:08