Dhaka: Samuel Program, un corso vocazionale per giovani tribali
di Nozrul Islam
Strutturato in nove giornate a tema, si propone di aiutare ragazzi e ragazze a scoprire la loro vocazione: alla vita matrimoniale, consacrata o politica. Molte attività: giornale murale di gruppo, rappresentazioni teatrali e gite.
Dhaka (AsiaNews) – Dialogo, attività e condivisione: è su questi punti cardine che si struttura a Dhaka il Samuel Program, una piccola esperienza di animazione vocazionale rivolta a giovani tribali cattolici di 17 anni, appena usciti dalla scuola superiore. Iniziato nel 2007 e giunto alla sua 4a edizione, il programma si propone come un’alternativa ai tanti “come and see” proposti da istituti e diocesi in Bangladesh, per aiutare i ragazzi a “riconoscere” la loro vocazione religiosa. Secondo gli ideatori del Samuel Program, tali corsi si fondano su un principio di selezione e scarto, che allontana chi non dimostra una precisa vocazione religiosa. Al Samuel Program invece lavorano con i giovani, cercando di aiutarli a scoprire e vivere la loro vocazione in modo positivo, qualunque essa sia: matrimonio, sacerdozio, vita religiosa, politica, o altro.
Per sottolineare la differenza rispetto ad altri corsi, il programma non ha alle spalle membri di un’istituzione unica, ma uno staff di sette persone provenienti da diversi istituti e congregazioni: due sacerdoti del Pime, un diocesano, una suora di Maria Bambina, una luigina, una religiosa della Preghiera della pace (congregazione locale).
Il Samuel Program si struttura in nove giornate a tema, distribuite nell’arco di un anno. Dalla mattina al tardo pomeriggio, i giovani partecipano ad attività miste, come il giornale murale a gruppi, o una piccola rappresentazione del tema. La prima giornata è dedicata all’esame delle singole vocazioni, attraverso le testimonianze di chi le vive. Uno degli incontri è la cosiddetta exposure, una gita per vedere qualche realtà sociale di Chiesa. Verso la fine del programma, un giorno è dedicato alla vita matrimoniale e uno alla vita consacrata. Al termine di queste nove giornate, i giovani devono scrivere un impegno, che risponde a una consapevolezza: ognuno di noi è amato da Dio e chiamato a collaborare con il Signore nella Chiesa.
Oltre alla possibilità di riflettere sulla loro vita, a colpire di più i ragazzi è vedere degli adulti che pensano e si dedicano a loro. In Bangladesh, infatti, il mondo dei “grandi” è tenuto separato da quello dei piccoli. L’adulto insegna e ordina, ma non condivide. Invece, proprio l’atteggiamento di condivisione su cui si basa il Samuel Program rende l’occasione un momento formativo forte.
Quest’anno, in 38 hanno ricevuto il certificato di frequenza, dato a chi frequenta almeno 7 giornate su 9. Nel complesso, il numero massimo raggiunto è stato di 89 partecipanti, circa 60 ad ogni incontro.
Per sottolineare la differenza rispetto ad altri corsi, il programma non ha alle spalle membri di un’istituzione unica, ma uno staff di sette persone provenienti da diversi istituti e congregazioni: due sacerdoti del Pime, un diocesano, una suora di Maria Bambina, una luigina, una religiosa della Preghiera della pace (congregazione locale).
Il Samuel Program si struttura in nove giornate a tema, distribuite nell’arco di un anno. Dalla mattina al tardo pomeriggio, i giovani partecipano ad attività miste, come il giornale murale a gruppi, o una piccola rappresentazione del tema. La prima giornata è dedicata all’esame delle singole vocazioni, attraverso le testimonianze di chi le vive. Uno degli incontri è la cosiddetta exposure, una gita per vedere qualche realtà sociale di Chiesa. Verso la fine del programma, un giorno è dedicato alla vita matrimoniale e uno alla vita consacrata. Al termine di queste nove giornate, i giovani devono scrivere un impegno, che risponde a una consapevolezza: ognuno di noi è amato da Dio e chiamato a collaborare con il Signore nella Chiesa.
Oltre alla possibilità di riflettere sulla loro vita, a colpire di più i ragazzi è vedere degli adulti che pensano e si dedicano a loro. In Bangladesh, infatti, il mondo dei “grandi” è tenuto separato da quello dei piccoli. L’adulto insegna e ordina, ma non condivide. Invece, proprio l’atteggiamento di condivisione su cui si basa il Samuel Program rende l’occasione un momento formativo forte.
Quest’anno, in 38 hanno ricevuto il certificato di frequenza, dato a chi frequenta almeno 7 giornate su 9. Nel complesso, il numero massimo raggiunto è stato di 89 partecipanti, circa 60 ad ogni incontro.
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